Voli e hotel, la lenta ripresa del booking nei numeri Sojern

by Redazione | 24 Settembre 2021 11:41

Le prenotazioni di voli in Italia segnano un incremento del 101% a ottobre, mentre quelle alberghiere si attestano sul +103%. Le crescite sono importanti rispetto al 2020, anno decisamente incerto nel periodo autunnale. Ma rispetto al 2019, periodo pre-pandemico, anche se i numeri promettono bene, e torna in campo la giusta dose di fiducia, c’è ancora tanto da fare: parola di Sojern, piattaforma di marketing digitale per il turismo che ha condiviso con la stampa alcune informazioni sulle intenzioni di viaggio.

Il volume di voli prenotati risultata essere per il 70% originato dal mercato spagnolo e francese. Da notare tuttavia che uno dei nostri mercati di lungo raggio più importanti, gli Stati Uniti, torna ad affacciarsi nella ricerca di voli per l’Italia. Anche il consolidato mercato della Germania ritorna sul podio, al terzo posto tra coloro che cercano l’Italia in autunno.

Tuttavia per comprendere ancora meglio questa fotografia è bene confrontare i dati del 2019 con quelli del 2021: le ricerche voli verso il nostro Paese sono in risalita del 16% anche se le reali prenotazioni continuano a segnare una flessione del -45%.

Per quanto riguarda invece le prenotazioni alberghiere, la ricerca di hotel italiani segna un -76%, ma nelle prenotazioni reali il calo è solo del 64%. Un segno molto positivo di ritorno alla normalità con prenotazioni dirette o intermediate, ma con minore timore se si pensa che ad aprile si registrava un tragico -92% (2021 sul 2019).

Non male nemmeno l’estate nel quadro europeo dove il sud continentale ha giocato un ruolo da protagonista. A giugno la Grecia ha visto persino picchi di crescita dal 3,7% all’11,7% rispetto al già performante 2019.

Ma anche l’Italia si è difesa bene in questo contesto: in un Sud Europa che cresce del 367,6% da aprile ad agosto, l’Italia si mostra in ascesa del 421,4%.  Naturalmente siamo di fronte a un panorama completamente diversa se i dati sono confrontati alla situazione pre-Covid. Rispetto ad aprile 2019 le prenotazioni ad agosto segnavano una flessione “solo” del  46%.

«Altissime percentuali di crescita o grandi flessioni possono non dire nulla a una specifica destinazione turistica, o a una catena alberghiera se la ricerca non è improntata alla filosofia di un’azienda, alla sua storia – afferma Luca Romozzi, direttore senior destinazioni Europa – Diventa sempre più essenziale in questo contesto economico instabile non sprecare i propri investimenti su una domanda generica e che potrebbe essere intercettata da altri, ma non da noi».

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