Viaggi alle Maldive, perché gli altri possono e noi no?

Viaggi alle Maldive, perché gli altri possono e noi no?
08 Settembre 10:14 2021 Stampa questo articolo

«Non si possono privare le persone della voglia di viaggiare, del diritto di viaggiare». A parlare è Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto – Federazione Turismo Organizzato, alle prese con un duro pressing sul governo per la necessaria riapertura delle destinazioni extra Ue che, questa volta, mette al centro le Maldive, che hanno appena pubblicato le statistiche relative agli arrivi nel mese di agosto 2021 sull’arcipelago.

In totale, ad agosto le isole dell’Oceano Indiano hanno accolto qualcosa come 143.599 turisti, di cui 10mila tedeschi, 8mila spagnoli, ma anche 2mila italiani.

Nel pre Covid, nel periodo gennaio-agosto 2019, le Maldive avevano accolto 1.134.071 visitatori – il +16.6% sul 2018 – con l’Italia, in quel momento terzo mercato per le isole maldiviane dopo Cina e India, che aveva portato a destinazione ben 92mila viaggiatori prenotati nella maggioranza dei casi tramite la filiera del turismo organizzato. Guardando all’intero anno, il nostro Paese deteneva il primato degli arrivi dall’Europa.

Oggi, a causa delle restrizioni dei viaggi per motivi di turismo che impediscono agli italiani di viaggiare e raggiungere posti come le Maldive a differenza di altri cittadini europei, non è chiaramente più così. Né nel mese di agosto, né durante l’intero anno.

«Guardando il numero degli italiani viene da dire che oltre il danno c’è anche la beffa – dichiara Milani – Siamo cittadini europei e vogliamo che sia garantita la stessa libertà che hanno gli spagnoli, i tedeschi, i portoghesi, i polacchi. Quello delle Maldive è solo un esempio di destinazione. La situazione non cambia se parliamo di Cile, Namibia e altri Paesi extra Ue. I nostri corrispondenti in giro per il mondo ci dicono che per fine anno hanno il boom di prenotazioni da altri Paesi europei».

«Le restrizioni imposte alle imprese del turismo organizzato italiano danneggiano pesantemente il futuro del nostro settore; perché stiamo perdendo accordi commerciali con molte destinazioni a favore di altri tour operator stranieri, che sarà difficile recuperare. In questi giorni si sta parlando di corridoi turistici. Se non ci sbrighiamo anche questa opportunità per l’inverno rischia di saltare. Gli italiani stanno pianificando e prenotando oggi le vacanze di fine anno. Gli operatori degli altri Paesi stanno già confermando i propri impegni commerciali. Noi invece subiamo ancora questo stato di incertezza senza conoscere date, regole e procedure da seguire. Il mondo va avanti, noi siamo fermi a un dpcm di marzo 2019 quando ancora non c’erano i vaccini», conclude Milani.

Stesso tono da Astoi, che in una nota ribadisce come “le mete extra-Schengen nel nostro Paese sono chiuse per decreto da ben 17 mesi ma, e come sappiamo, gli italiani le raggiungono ugualmente violando le disposizioni e partendo senza alcun controllo attraverso prenotazioni fai da te”.

Le Maldive sono solo un esempio. «Lasciare inalterato l’attuale quadro normativo – dichiara Pier Ezhaya, presidente dell’associazione parte di Confindustria – significa decretare la fine di un intero comparto. Chiediamo il perché di questa diversità dell’Italia dagli altri Paesi europei; nessuno, fino ad ora, è stato in grado di spiegarcelo. Auspichiamo che il governo italiano si allinei quanto prima a tutti gli altri principali Paesi altrimenti assisteremo presto alla chiusura di migliaia di imprese, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e alla dispersione di importanti professionalità causate da un divieto che non ha più alcuna ragion d’essere».

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Giulia Di Camillo
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