Venezia a pagamento per crocieristi e turisti mordi e fuggi

by Redazione | 3 Gennaio 2019 10:28

Per i vacanzieri “mordi e fuggi” Venezia non sarà più gratis. Con l’approvazione della Manovra negli ultimi giorni del 2018, per chi si ferma solo una giornata e non dorme in albergo nella Serenissima, arriva la “tassa di sbarco”.

La norma, che è prevista dal comma 1129 del maxiemendamento alla Legge di Bilancio approvata dalla Camera, afferma testualmente che il Comune di Venezia è autorizzato «ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all’imposta di soggiorno, l’applicazione del contributo di sbarco previsto per le isole minori. Inoltre l’importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro».

Una misura, quella varata dall’esecutivo gialloverde, che è già prevista per isole come le Eolie o l’Elba (con importi compresi tra 2,5 e 5 euro), e che il Comune lagunare potrà richiedere a chi arriva «con qualunque vettore» (nave, treno, forse auto) in città, ma non a chi giunge a Venezia per lavoro, studio o a chi si ferma poche ore per motivi professionali.

Di fatto, la nuova imposta potrebbe applicarsi da subito a due categorie: i croceristi che, in giornata, scendono dalle navi ancorate alla Stazione Marittima, e a chi arriva a San Marco con i lancioni gran turismo provenienti dalle località del litorale. Più difficile, secondo gli addetti ai lavori, sarà applicarla ai passeggeri dei treni e a chi arriva con l’auto privata, anche se a pagare un sovrapprezzo sui biglietti potrebbero alla fine essere le compagnie che fanno servizio di trasporto persone su Venezia a fini commerciali.

Un altra ipotesi, tutta da confermare, è che sia escluso il traffico aereo, sia perché l’aeroporto di Tessera non serve solo Venezia, sia perché questo tipo di turisti poi pernotta a Venezia.

Le prime proiezioni sul valore del ticket parlano di alcune decine di milioni l’anno, forse tra i 40 e i 50: la stima è stata fatta ipotizzando che il contributo di sbarco sia di 5 euro, come è ora l’imposta di soggiorno (che genera entrate per circa 30 milioni di euro all’anno), e che a pagarlo siano circa 10 milioni di turisti ogni anno.

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