Variante Delta, controlli colabrodo sui pass

Variante Delta, controlli colabrodo sui pass
09 Luglio 12:18 2021 Stampa questo articolo

Pablo è spagnolo. Ha deciso di venire in vacanza in Italia. Non è vaccinato, perciò si sottopone a tampone. Il risultato è negativo, può ottenere il green pass: parte sereno e addirittura orgoglioso. Eppure, all’Aeroporto di Barcellona El Prat, non c’è nessun controllo. All’imbarco del suo volo low cost passa chiunque. Passa anche chi, potenzialmente, potrebbe portare nel nostro Paese le mutazioni del Covid. Nessun controllo neanche all’arrivo, a Roma Fiumicino. Proprio come se nulla fosse.

Pablo è un nome di fantasia, ma la storia è vera. La storia di un’Europa la cui unione è solo sulla carta. E di un sistema di sicurezza con grosse falle, già denunciate dal Fatto Quotidiano in un articolo dello scorso 6 luglio. “Aeroporti, ingresso libero alla variante”, titolava il giornale diretto da Marco Travaglio, riportando casi simili di controlli mancati in Portogallo e a Malpensa, chiedendosi come fosse possibile.

“Il compito di verificare che i passeggeri siano in possesso di tutte le certificazioni anti Covid spetta alle compagnie aeree. Poi ci sono i controlli affidati all’Usmaf, vale a dire l’ufficio di sanità marittima, aeroportuale e di frontiera”, scriveva. Tema su cui era stato interpellato il ministero dell’Interno, da cui era giunto il seguente chiarimento: «Fare le verifiche su tutti è impossibile. Significherebbe bloccare completamente il turismo e l’economia. I controlli sono necessariamente a campione e si concentrano soprattutto sui voli provenienti da Stati dove la situazione pandemica è particolarmente grave, come Sudafrica, India, Pakistan, per fare qualche esempio».

Ma come sappiamo la variante Delta corre veloce e, tra i Paesi dove si registrano incrementi, ci sono proprio la Spagna di Pablo (ricordiamo il caso Maiorca) e il Portogallo che ha di recente reintrodotto il coprifuoco.

Solo un serio sistema di controllo – e sempre meno a campione – potrà rendere il green pass uno strumento realmente efficace, scongiurando i rischi di nuove chiusure. Ne va di mezzo un’economia turistica già pesantemente compromessa, che l’Organizzazione mondiale della sanità di certo non favorisce con moniti (a mezzo Twitter) come il seguente: “Quest’estate, se vuoi viaggiare, pensa bene alla necessità. E se decidi di farlo, fallo in sicurezza”.

Che il rischio di contagio sia sempre alto, comunque, lo conferma l’ultimo report della stessa Oms, secondo cui in Europa “la variante Delta sarà responsabile del 90% delle nuove infezioni da coronavirus entro la fine di agosto”.

Cambia nel frattempo la mappa dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, con sempre più zone di allerta nel vecchio continente. Cipro si tinge di rosso scuro, mentre è rossa gran parte della Penisola Iberica, con la Francia che ora sconsiglia i viaggi in Spagna e Portogallo. Sale l’allarme anche in Grecia, che diventa parzialmente arancione insieme alle Cicladi, Creta e Rodi. Stesso colore per la regione di Bruxelles (Belgio), il Lussemburgo, buona parte dell’Olanda, tutta l’Irlanda, una parte della Svezia e della Norvegia, un lembo della Danimarca e della Finlandia.

Il resto, almeno finora, è verde. Ma il rischio epidemiologico è mutevole, così come il virus. E solo controlli serrati potranno salvare l’industria dei viaggi.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

Guarda altri articoli