Il valore della consulenza: il caso di Germania e Francia

04 Luglio 11:22 2017 Stampa questo articolo

Ma cosa accade nelle agenzie di viaggi all’estero sul fronte dei preventivi? In Germania, Tornsten Schafer, responsabile della comunicazione della DRV, una delle più forti associazioni di categoria, non ha dubbi: «Nel nostro Paese il preventivo a pagamento non è una pratica diffusa. C’è una piccolissima minoranza tra le circa 10mila agenzie di viaggi tedesche che ha iniziato a far pagare una fee. In un momento storico come questo, dopo anni di sofferenze e crisi d’immagine, avvistiamo un trend di ripresa della consulenza in agenzia. Per questo sarebbe davvero dannoso imporre il pagamento per preventivare pacchetti di viaggio, anche se dietro a un’offerta combinata tour e soggiorno c’è un impegno dell’adv in collaborazione con il t.o. Da quello che sappiamo, i pochi agenti che chiedono una quota si limitano ad anticipare al cliente che la ricerca e l’assemblaggio di vari servizi ha un costo, ma in questo caso si tratta della voce “consulenza”. Infatti, solo dopo questo lavoro, l’adv solitamente sottopone al proprio cliente una serie di preventivi. È comunque un onere assai marginale a fronte di un lavoro che si compie per portare a buon fine la vendita».

Lo stesso succede in Francia, come ci dice Jean Marc Roze, segretario generale di Les Enterprise du Voyage (la nuova sigla dell’associazione di categoria adv d’Oltralpe): «Le agenzie di viaggi francesi solitamente non fanno pagare fee per i preventivi, a meno che non si tratti di viaggi personalizzati, diciamo à la carte, che presuppongono un lungo lavoro di ricerca. Per il resto, le adv sono libere di riscattare i costi a carico del tour confezionato da un t.o., che vengono definite spese di agenzia, ormai prassi consolidata, e questo può avvenire purché le tariffe siano ben visualizzate nell’agenzia. Ci sono infine alcune adv francesi (ma sono davvero poche) che scorporano le fee, applicando una tariffa per la consulenza e un costo per i preventivi».

Ancora più estremo il caso del Giappone, dove il cliente d’agenzia è considerato addirittura “sacro”. Pertanto nessun tipo di fee, né per la consulenza, né per i preventivi, viene mai adottata.

Per sapere cosa ne pensano le agenzie di viaggi italiane LEGGI la nostra inchiesta.

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