Vacanze cancellate, il 46% degli italiani ci ripensa

04 Settembre 12:54 2018 Stampa questo articolo

Italiani viaggiatori dalla cancellazione facile. Secondo una ricerca del metasearch Holidu, i turisti del nostro Paese sono tra i clienti (quasi la metà del totale) che annullano più spesso un viaggio o una vacanza. Molto più dei tedeschi che pianificano con largo anticipo e raramente tornano sui propri passi, mentre sul podio delle cancellazioni ci sono i brasiliani che, tra l’altro, sono quelli che ricorrono più spesso al last minute.

L’avvento degli smartphone, poi, ha sicuramente implementato il volume del booking, ma al tempo stesso ha fatto decollare le richieste di annullamento. La ricerca rileva anche un’autentica giungla nelle policy di cancellazioni adottate da operatori e albergatori, che risultano molteplici e spesso fin troppo articolate.

Guardando invece ai trend di prenotazione delle vacanze, i tedeschi – insieme a olandesi e svizzeri – sono i campioni dell’advanced booking (la media è 77 giorni prima) con una differenza di più di un mese di anticipo rispetto alla Spagna. Segue l’Austria con 75 giorni di anticipo e gli Stati Uniti con 68 giorni. Regno Unito e Irlanda, si assestano, invece, sui 67 giorni in media. In Belgio solitamente si prenota con 65 giorni di anticipo, mentre in Francia 60 giorni prima. I Paesi più “caldi” sono quelli che si decidono con maggiore ritardo. In Italia ci si ferma sui 52 giorni di anticipo, mentre in coda ci sono Portogallo con 44 giorni, Brasile con 42 giorni d’anticipo e Spagna con soli 40 giorni.

Dando un’occhiata ai dati, risulta che chi prenota prima degli altri è solitamente più sicuro che il viaggio avverrà. Ai primi posti abbiamo infatti le nazionalità che prenotano quasi sempre last minute. In cima alla classifica c’è, dunque, il Brasile che tocca addirittura il 70% di cancellazioni; segue l’Italia, lontana dalla percentuale brasiliana, ma comunque molto “indecisa” con il 46% di cancellazioni sul totale. E ancora il Portogallo con il 45% di annullamenti e gli Stati Uniti con il 44%. In Polonia si arriva invece al 41% di cancellazioni, 39% per la Spagna, 31% per la Svezia, 30% per il Regno Unito e 29% per il Belgio. Infine l’Olanda solo con il 23%.

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