Vacanza rovinata: di chi è la colpa?

14 Febbraio 12:57 2017 Stampa questo articolo

Prevenire è meglio che curare, recitava un noto ed efficace slogan pubblicitario. Nel caso dei disservizi aerei, che talvolta rovinano una vacanza, sul banco degli imputati si trovano spesso fianco a fianco vettori, agenti di viaggi e tour operator. Poter anticipare certe spiacevoli vicende appare come la soluzione auspicata da tutti gli attori della filiera turistica. Sulle responsabilità soggettive, e sul ruolo che può giocare una regola comportamentale condivisa dalle parti, allora, è bene fare chiarezza una volta per tutte.

Anche per il peso specifico della recente casistica: negli ultimi cinque anni, e fino a metà del 2016, data spartiacque per via della scadenza del fondo di garanzia pubblico, sono state censite oltre 4.700 pratiche – di cui 2.140 ritenute ammissibili – con rimborsi che hanno riguardato solo il 45% dei casi, per una quota media di risarcimento che si è attestata sui 1.800 euro.

A onor del vero, però, si tratta di pratiche inerenti le più svariate vicende e cause che hanno compromesso la vacanza. A parte i casi di insolvenza o fallimento di agenzie o t.o., c’è una casistica che rappresenta una costante e riguarda i disservizi, i disguidi, le cancellazioni e i ritardi aerei. Un numero significativo di contenziosi nei quali la compagnia aerea rappresenta l’interlocutore e spesso l’imputato di maggior rilievo.

Ed è proprio su questo tema che verte la tavola rotonda organizzata da Fiavet Lazio all’Hotel Cicerone di Roma (21 febbraio, ore 10.30), con il supporto del nostro giornale, e con la partecipazione di Astoi, Ibar e Federconsumatori.

Su questo fronte, il dato più interessante proviene dall’Enac, che negli ultimi tre anni ha comminato 147 sanzioni alle compagnie aeree per gravi disservizi e mancato rispetto dei diritti dei passeggeri per un importo complessivo di 222mila euro.

Ma al di là dei casi più eclatanti, le preoccupazioni di operatori e agenti di viaggi si concentrano soprattutto sulla quotidianità di certi disservizi che pesano comunque sul settore, eulla chiarezza nei rapporti con i fornitori di servizi, e sulla condivisione di poche ma chiare regole tra le parti. In gioco c’è la credibilità sul mercato.

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Andrea Lovelock
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