Un’italianissima estate:
la fotografia di Federalberghi

Un’italianissima estate: <br>la fotografia di Federalberghi
26 Luglio 10:12 2021 Stampa questo articolo

Gli italiani tornano a viaggiare, seppur in misura più contenuta rispetto alle attese e con il green pass alla mano. Questa estate oltre la metà dei connazionali “attivi” effettuerà almeno un periodo di vacanza, riprendendo timidamente uno standard simile al periodo pre Covid. I turisti nostrani, inoltre, non tradiranno la preferenza per le località di mare, viaggeranno principalmente in Italia, preferendo l’auto come mezzo di trasporto, privilegeranno l’hotel tradizionale e non rinunceranno a serate al ristorante o in casa di amici, ma si terranno alla larga dalla movida per paura dei contagi. È quanto rilevato da un’indagine di Federalberghi realizzata con il supporto dell’Istituto Acs Marketing Solutions.

Il quadro che scaturisce dallo studio lascia pensare che, nonostante le conseguenze legate alla variante Delta e limitatamente al turismo domestico, la ripartenza del settore si stia facendo più concreta e che la macchina turistica sia pronta a rimettere in moto gli ingranaggi, anche se i numeri sono lontani dai livelli ai quali eravamo abituati prima della pandemia: quest’anno, comunque, si metterà in viaggio il 54,5% della popolazione, contro il 57,1% del 2019.

La sensazione di ripresa non si avverte ancora nelle città d’arte e nelle altre località che costituiscono la meta tradizionale dei turisti stranieri. Basti considerare che nei primi mesi del 2021 a Venezia, Roma e Firenze il tasso di occupazione delle camere è crollato di oltre il 70% rispetto al 2019 (dati Str).

«Che il movimento turistico degli italiani in questa estate 2021 stia riprendendo quota non può che essere una buona notizia – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – Questo è un passaggio essenziale che ci dà la misura di quanto sia stata significativa la campagna vaccinale messa in atto dal nostro governo in modo radicale. Con la percentuale sempre crescente di vaccinati, la paura di nuovi contagi sembra infatti diminuire rispetto allo scorso anno, malgrado il manifestarsi delle nuove varianti».

«Le ultime norme sul green pass – continua Bocca – hanno tuttavia generato qualche incertezza che potrebbe ripercuotersi sull’andamento della stagione in corso. Effetto soprattuttp di impreviste restrizioni che prevederebbero il controllo della certificazione verde nei ristoranti interni agli hotel anche per gli ospiti».

Nella valutazione di una possibile ripresa, è importante notare che la durata media della vacanza principale degli italiani si attesta sulle 10 notti rispetto alle 9 del 2020 e, conseguentemente, la spesa pro capite raggiunge gli 876 euro, contro i 673 euro dello scorso anno.

«L’italiano in sostanza – aggiunge il presidente degli albergatori – sta tornando a ragionare per sé e per la propria famiglia in termini di vacanze più lunghe. La maggior parte di coloro che si negheranno una vacanza, invece, lo farà principalmente per motivi economici. Questo è un dato che non avremmo mai voluto rilevare».

Quanto alla scelta della tipologia di soggiorno da parte dei viaggiatori italiani, è l’albergo il primo in classifica con il 25,2% delle preferenze. «Una tendenza che non ci stupisce – spiega Bocca – Allo stato attuale, infatti, l’hotel è probabilmente il luogo in assoluto più sicuro in termini di diffusione del virus. Applichiamo un protocollo rigorosissimo (“Accoglienza sicura”, ndr) che tutela sia gli ospiti delle nostre strutture, che i collaboratori che vi lavorano all’interno».

Secondo l’indagine, ciò che verrà prodotto in termini di giro d’affari (includendo le spese di viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) toccherà i 22,7 miliardi di euro contro i 14,3 miliardi di euro dello scorso anno (+58,7% circa). Di questi, però, solo il 21,4% è destinato ad essere speso per il pernottamento, quindi in sostanza neanche 5 miliardi arriveranno alle imprese ricettive. Troppo poco per riuscire a compensare le perdite avute solo dall’inizio del 2021.

«In tempi normali canteremmo vittoria – conclude Bocca – Sfortunatamente troppe ferite sono ancora aperte nel nostro comparto. Abbiamo pagato più di altri le conseguenze dovute al dramma della pandemia: non possiamo dimenticare che nei primi sei mesi dell’anno nel settore ricettivo sono già andati persi 6,7 miliardi di euro in termini di fatturato. Per noi i risultati concreti vanno calcolati non solo in relazione a una stagione isolata, bensì nell’arco di un intero anno. Diciamo che l’estate 2021 è un buon punto di partenza, nella speranza che il trend continui a essere positivo. Purché ci vengano risparmiate sorprese dell’ultima ora».

L’indagine di Federalberghi, che in qualche modo celebra la ripresa, ovviamente non considera l’ulteriore “mazzata” ricevuta dall’ougoing, tanto da indurci a bollare questa fase un nuovo Medio Evo.

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Andrea Lovelock
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