Unesco, nasce in Italia il network delle Città Creative

Unesco, nasce in Italia il network delle Città Creative
03 Novembre 07:00 2020 Stampa questo articolo

Linee strategiche e operative comuni, un programma di azioni concrete da mettere a sistema e un piano di comunicazione condiviso per dare loro visibilità a livello nazionale e internazionale: è questo il contenuto dell’accordo tra le Città Creative Unesco italiane, che hanno posto le basi per la creazione di un nuovo coordinamento con l’obiettivo di promuovere un modello di sviluppo del territorio che abbia la creatività come fondamento.

L’accordo è stato raggiunto nel corso della rassegna Torino Design of the City tra i delegati di Alba, Bergamo e Parma (gastronomia), Biella, Carrara e Fabriano (artigianato), Bologna e Pesaro (musica), Milano (letteratura), Roma (cinema) e Torino, che dal 2014 è l’unica città italiana in rappresentanza del mondo del design.

Alla luce dell’attuale grave crisi, gli artefici dell’accordo hanno così voluto fare rete per dare nuovo ossigeno ai settori economici più colpiti, a cominciare dal comparto culturale, e trovare insieme soluzioni per adattarsi alla “nuova normalità” che sta vivendo la nostra società.

Da qui l’idea del coordinamento di diventare una vera piattaforma di riflessione e ricerca nell’ambito delle nuove economie e favorire la connessione integrata tra cultura, sviluppo economico e turismo, andando oltre i cluster tematici – Musica, Design, Film, Arte popolare, Gastronomia, Letteratura, Arti Digitali – in cui ogni Città Creativa è inserita.

L’accordo contiene la finalità di una maggiore trasversalità, e una più stretta alleanza tra amministrazioni comunali, che in parte già si realizza concretamente in progetti portati avanti da alcune città come Alba, Bergamo e Pesaro, sarà il primo passo per legittimare il network nei confronti delle istituzioni e della politica sia sul territorio nazionale, sia a livello internazionale.

In quest’ottica, l’accordo raggiunto pone una particolare attenzione all’aspetto della comunicazione, evidenziando l’esigenza di creare da un lato un canale privilegiato con l’Unesco e, dall’altro, di pianificare una serie di interventi puntuali ed efficaci per dare visibilità ai singoli progetti in atto anche presso il grande pubblico.

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