Turismo russo, il rublo frena il ceto medio

08 Aprile 07:00 2019 Stampa questo articolo

«La Russia si concentrerà sul turismo domestico». Non ha usato giri di parola Elena Drapeko, vice presidente della commissione per la cultura del Parlamento di Mosca, per spiegare durante il Mitt la posizione del governo russo sul futuro dell’industria turistica del suo Paese.

Recuperati i livelli di traffico con la Turchia dopo le tensioni geopolitiche degli ultimi anni, ancora indietro rispetto al passato i flussi verso l’Egitto (i voli per il mar Rosso ancora non sono tornati a operare), se l’Italia ha raggiunto ormai il terzo posto (e il primo a livello europeo) per i turisti provenienti dalla federazione, il problema per l’outbound rimane il potere d’acquisto ancora basso del ceto medio.

«La Fifa ha riconosciuto che, la scorsa estate, abbiamo organizzato il miglior campionato di calcio del mondo. Adesso intendiamo continuare su questa strada. Migliorando l’accessibilità del nostro Paese e semplificando il regime dei visti», ha aggiunto Sergei Krivonosov, vicepresidente della commissione per la cultura fisica, sport, turismo e affari giovanili della Duma di stato.

Solo poche settimane fa, del resto, lo stesso ministro russo dello Sviluppo economico, Maxim Oreshkin, aveva annunciato il lancio di un piano di investimenti per favorire la costruzione delle infrastrutture turistiche ed eliminare una serie di procedure burocratiche per le aziende del settore.

Intanto, dopo che nel 2018 le partenze turistiche dei russi verso l’estero sono aumentate dell’11% sul 2017 (e del 33,7% sul 2015), per la prossima estate i dati parlano di un quadro in chiaroscuro. Per l’Italia, ad esempio, ad oggi le prenotazioni nei primi due trimestri dell’anno hanno registrato un +17% («la stagione avrà successo», ha assicurato durante la fiera il direttore esecutivo dell’Enit Giovanni Bastianelli), per le altre destinazioni mediterranee il problema sarà l’aumento generalizzato dei prezzi.

«Il rublo si sta rafforzando meno del previsto, e andare in Turchia e in Spagna costerà quest’anno intorno a 18% in più», ha detto Victor Topkolkayev, direttore generale del colosso Intourist. Con la conseguenza che a beneficiarne saranno soprattutto le destinazioni russe. A marzo, ad esempio, le prenotazioni per i viaggi all’interno dei confini della Federazione hanno superato del 25% quelle dell’anno precedente.

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Giorgio Maggi
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