Turismo di ritorno, i Comitati degli Italiani all’estero saranno avamposti Enit

09 Luglio 13:16 2019 Stampa questo articolo

In dirittura d’arrivo l’accordo tra Enit e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (Cgie) per la promozione del “turismo di ritorno” che punta ad attrarre gli italiani residenti fuori dai confini nazionali.

Per il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, infatti, questo target ha raggiunto numeri importanti. Ai 6 milioni di connazionali iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’estero) vanno sommati almeno 1 milione di non iscritti e decine di milioni di discendenti di seconda/terza generazione. L’intesa porterà alla sottoscrizione di un protocollo di collaborazione attraverso cui i Comitati degli Italiani all’estero (Com.It.Es) diventano avamposti di Enit, in sinergia con le sedi internazionali dell’Agenzia del turismo nel mondo, per potenziare la filiera e la rete turistica.

«Il turismo di ritorno è una grande risorsa per l’Italia in termini culturali ed economici. I viaggiatori – dichiara il presidente Enit, Giorgio Palmucci – in visita in Italia a familiari e amici e che investono nel Bel Paese sono quasi 10 milioni. Un trend in crescita: dal 1997 ad oggi è aumentato di visitatori stranieri di oltre il 70% e del 51% anche il numero di notti trascorse in Italia dai “turisti di ritorno”, nonché la spesa con un + 127,5%».

Sono dieci, secondo Palmucci, le mete più coinvolte dal fenomeno: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Sicilia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Liguria e Trentino Alto Adige. Dall’assemblea plenaria di Cgie, che viene convocata due volte l’anno a Roma, sono emersi i punti fondamentali dell’imminente protocollo d’intesa tra Enit e Cgie, ovvero posizionare ancor meglio il brand Italia sulla scena internazionale anche alla luce del turismo di ritorno, migliorare i trasporti accelerando la nascita di collegamenti diretti ed efficientare il Sistema Italia.

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