Effetto Trump, turismo in fuga dagli Usa.
Calo del 6% con il bando anti migranti

10 Febbraio 11:03 2017 Stampa questo articolo

Il bando antimigranti di Trump ha dato già un duro colpo ai viaggi verso gli Stati Uniti, e non soltanto dai Paesi di nazionalità musulmana.
Euronews conferma che fra il 28 gennaio e il 4 febbraio le prenotazioni da Iran, Iraq, Somalia, Libia, Siria, Sudan e Yemen sono diminuite dell’80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma anche quelle da Medio Oriente sono scese del 37,5%, mentre i booking dal resto del mondo hanno subito un calo pari al 6,5%.

L’emittente tv francese ha ripreso i dati di Forwardkeys che analizza 16 milioni di prenotazioni aeree al giorno. La misura restrittiva del neo presidente Usa sta danneggiando un settore che, come sottolinea Sébastien Bazin, manager di AccorHotels intervistato sempre da Euronews, è in continua espansione.

«Un miliardo e 400 milioni di persone viaggia ogni anno con una crescita stimata del 5% annuo. Grazie al costo dei viaggi che si è ridotto di un terzo rispetto a dieci anni fa. Ci sono le compagnie low cost, c‘è più concorrenza nel settore dell’accoglienza, ci sono Airbnb, Booking.com, e si possono confrontare i prezzi. E in questo scenario gli Usa sono il 2° paese più visitato al mondo», sottolinea il manager.

Una destinazione che, secondo i recenti rilevamenti dell’Unwto e del Wttc, ha fatto registrare quasi 78 milioni di arrivi nel 2015 e che si piazza al primo posto per entrate derivanti dal turismo, con l’ammontare di circa 191 miliardi di euro.

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