Trasporto aereo in ginocchio,
Iata chiede 70 miliardi ai governi

07 Ottobre 10:26 2020 Stampa questo articolo

Servono nuove misure di sostegno per le compagnie aeree. A dirlo senza usare scorciatoie è stato il direttore generale e ceo della Iata, Alexandre de Juniac, che ha reso noto come l’industria del trasporto aereo brucerà 77 miliardi di dollari in contanti nella seconda metà del 2020 (quasi 13 miliardi di dollari al mese o 300mila dollari al minuto), nonostante il riavvio delle operazioni. La lenta ripresa dei viaggi aerei vedrà l’industria aerea continuare a bruciare denaro contante a un tasso medio compreso tra 5 e 6 miliardi di dollari al mese nel 2021.

Per questo motivo, sottolinea l’associazione, i governi dovranno sostenere l’industria anche durante la prossima stagione invernale, dopo che fino ad oggi gli esecutivi di tutto il mondo hanno già fornito 160 miliardi di dollari di sostegni vari, tra aiuti diretti, sussidi salariali, sgravi fiscali per i vettori e sgravi fiscali specifici del settore, come quelli sulle tasse sul carburante.

«Siamo grati per questo sostegno, ma i programmi di supporto iniziali si stanno esaurendo. Oggi dobbiamo suonare di nuovo il campanello d’allarme. Se questi programmi di supporto non vengono sostituiti o estesi, le conseguenze per un settore già zoppicante saranno disastrose», ha affermato de Juniac. Che ha aggiunto: «Storicamente, la liquidità generata durante l’alta stagione estiva aiuta a supportare le compagnie aeree durante i mesi invernali più magri. Sfortunatamente, la disastrosa primavera ed estate di quest’anno non ha fornito alcun cuscino».

Iata, in particolare, stima che nonostante il taglio dei costi di poco superiore al 50% avvenuto durante il secondo trimestre, a livello complessivo il settore abbia incassato 51 miliardi di dollari in contanti poiché i ricavi sono diminuiti di quasi l’80% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il drenaggio di cassa è poi proseguito durante i mesi estivi, e un’inversione di tendenza in tema di liquidità non è attesa fino al 2022.

Per questo motivo, conclude de Juniac, è necessaria un’azione a livello di settore. «Serve il sostegno del governo per l’intero settore. L’impatto si è diffuso su tutta la catena del valore del viaggio, compresi i nostri partner aeroportuali e di infrastrutture. L’aumento delle tasse sui viaggiatori per colmare il divario rappresenterebbero l’inizio di un circolo vizioso e spietato di ulteriori pressioni sui costi e ridimensionamenti».

 

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