Tour Eiffel, voli e musei: Francia bloccata dalle proteste

18 Dicembre 11:36 2019 Stampa questo articolo

Un martedì 17 decisamente nero per la Francia che ha scontato il suo 13° giorno di semiparalisi nei trasporti, con proteste in tutto il Paese contro la riforma delle pensioni, agitazioni che – stando ai sindacati – doverebbero proseguire nei prossimi giorni.

Anche il turismo è sotto schiaffo per la chiusura dei musei, le cancellazioni e i forti ritardi aerei, e con la Torre Eiffel chiusa e al buio. A pochi giorni dal Natale, un duro colpo per l’incoming francese e in particolare per Parigi che solitamente in questo periodo registra il tutto esaurito.

Il “bollettino delle agitazioni” ha fatto registrare le prime conseguenze nel trasporto aereo con il 20% di voli soppressi dagli scali francesi. E a Lione quasi 100mila abitazioni sono rimaste al buio per un vero e proprio sabotaggio alle linee elettriche rivendicato dagli stessi sindacati. Una protesta su larga scala per contestare la riforma pensionistica voluta da Macron, che dovrebbe entrare in vigore nel 2025. Condizionale d’obbligo, visto l’impatto generato dagli scioperi che durano ormai da due settimane.

Con 89 milioni di arrivi nel 2018 e 35 miliardi di euro di entrate valutarie, la Francia è tra le prime destinazioni nel mondo e nella settimana di Natale (stando ai dati del 2018) non meno di 2,5 milioni di visitatori internazionali giungono nel paese, prevalentemente nella capitale.

Ciò che allarma il Governo e anche gli operatori turistici è la crescente adesione agli scioperi da parte del personale nei vari comparti dei trasporti: il 35% dei ferrovieri, il 70% dei conducenti e manovratori di bus e metro della capitale hanno infatti aderito e a questi si aggiungono anche categorie del trasporto aereo.

Di certo, con un totale di 350mila dipendenti scioperanti, l’interruzione del lavoro sta creando disagi anche nelle consegne di ordini per il Natale: quelli effettuati sulle principali piattaforme di vendita online, come Amazon, ma anche quelli destinati ai negozi di vario genere. E con 630 chilometri di ingorghi a Parigi e nei suoi sobborghi durante le ore di punta, registrati sempre il 17 dicembre, la situazione sta diventando insostenibile soprattutto in vista delle giornate clou per l’ultimo shopping a ridosso del Natale.

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Andrea Lovelock
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