Templi e high tech: l’anima fusion della Corea del Sud

07 Giugno 12:24 2018 Stampa questo articolo

Il suo nome ricorre spesso per la delicata situazione strategico-politica della sua area geografica, ma la Corea del Sud merita anche altra attenzione. Eletta destinazione Lonely Planet Best in Travel 2018 tra i 10 migliori Paesi al mondo dove viaggiare, è un territorio di grande varietà paesaggistica ancora tutto da scoprire, specie nelle regioni di montagna e lontano dalle megalopoli come Seul, con tanto verde, belle coste e isole, templi buddhisti secolari (dove si può anche soggiornare), villaggi di pescatori e grattacieli high tech come la Lotte Tower nella capitale, quinta torre più alta al mondo.

La Corea del Sud, situata tra la Cina e il Giappone, è grande quanto un quarto dell’Italia (ma con la stessa popolazione circa), con 12 siti Unesco a testimoniare un passato di oltre 5mila anni di storia, ancora ravvisabile per esempio nella tradizione di secoli fa a Andong: quando nel 1999 la regina Elisabetta II chiese di visitare nel Paese il posto più coreano la portarono lì.

Dai riflettori internazionali a quelli italiani, con segnali di speranza e pace lanciati dalla “Korea Week in Milan” organizzata dal 28 maggio al 1° giugno dall’ambasciata e dal consolato della Repubblica di Corea in collaborazione con il Comune. A conclusione dei vari appuntamenti di mostre, spettacoli, moda, laboratori di calligrafia e cucina, anche la serata “Cogli la bellezza, scopri la Corea“, dedicata a media e operatori turistici.

Dopo Expo 2015, il paese della “calma mattutina” (così si chiama in ideogrammi cinesi) è diventato più familiare per gli italiani, quarto mercato europeo con quasi 45mila visitatori l’anno scorso. «Vi abbiamo nel cuore – sottolinea Kang Suk Mok, direttore dell’ufficio parigino di Korea Tourism Organization – e molto presto vi daremo informazioni su una sola Corea, come recita Korea Unique Venue, il nuovo brand che stiamo lanciando». La promozione dell’Ente raddoppierà i due roadshow all’anno attualmente organizzati nel Nord, puntando anche a Sud. E la comunicazione sui media si allargherà all’invito di crew televisive per programmi di viaggio e documentari.

«L’onda lunga della cultura coreana sta raggiungendo anche l’Europa e non più solo Asia e America – continua il manager, soddisfatto degli oltre 13 milioni di turisti del 2017 – Quest’anno sono previsti 16 milioni di visitatori provenienti nell’ordine da Cina (60%), Giappone, Stati Uniti. L’Europa, in crescita, è a quota 1,5 milione. L’obiettivo è di diversificare questi arrivi dai continenti, allocando maggiori budget ad esempio per l’Europa, alla ricerca di clienti di lusso e senior, che noi chiamiamo la active silver generation, sopra i 50 anni e con maggiore capacità di spesa». Oltre al segmento haut de gamme spicca il Mice, mercato sempre più ricercato. Con il programma Korea, Beyond Meetings la penisola si posiziona come una delle best destination in Asia, forte di 12 centri congressuali, una rete di infrastrutture moderne e servizi all’avanguardia.

Quanto alle connessioni aeree, sono operate sul supertecnologico Incheon Airport di Seul, terzo miglior aeroporto internazionale secondo Skytrax. Da gennaio è aperto un secondo terminal passeggeri per i voli Korean Air, a frequenza giornaliera da Roma e tre volte a settimana da Malpensa (mercoledì, venerdì, domenica). Giornaliero da Roma anche il collegamento di Asiana Airlines, mentre da Venezia vola ogni martedì, mercoledì e venerdì. Infine, in Corea non c’è bisogno di visto di ingresso per soggiorni inferiori ai 90 giorni.

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Adriana De Santis
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