Taranto, al Museo Marta la mostra MitoMania per rilanciare il turismo

16 Aprile 14:55 2019 Stampa questo articolo

Una grande mostra e un’irripetibile opportunità di rilancio turistico per Taranto: si è aperta nei giorni scorsi, al Museo Marta, la mostra MitoMania – Storie ritrovate di uomini ed eroi, che rimarrà in cartellone fino al 10 novembre.

Si tratta di una delle più importanti esposizioni di ceramiche apule, alcune delle quali provenienti dal Paul Getty Museum di Malibu, dal Cleveland Museum of Art, dal Museum of Fine Arts di Boston e dal Metropolitan di New York.

«Con un’affluenza annua di 80mila visitatori – spiega Eva Degl’Innocenti, direttrice del Marta – il nostro museo è un grande attrattore turistico, poiché può ventare anche visitatori russi, inglesi, americani e cinesi. E ora, grazie ai fondi europei (2,5 milioni di euro), stiamo lavorando al progetto Marta 3.0, che riguarda la digitalizzazione della catalogazione di oltre 40mila reperti in open data e open source, il che significa mettere a disposizione di tutti un patrimonio archeologico e artistico tra i più vasti e pregiati al mondo. Inoltre, stiamo allestendo una FabLab che consente di riprodurre in stampe 3D le opere più rappresentative, attivando così un merchandising di valore che verrà supportato dalla nostra boutique interna».

A tutti gli effetti il Museo Marta, che nel recente passato ha ospitato mostre di grande successo come la Via Appia curata dal giornalista e scrittore Paolo Rumiz e la mostra fotografica Nirvana, si propone anche come grande attrattore turistico per dare a Taranto la chance di una legittima rivincita dopo aver stazionato per anni sulle cronache dei giornali con la vicenda dell’Ilva.

«Taranto non ha mai avuto un sistema turistico – spiega la stessa direttrice Degl’Innocenti – Essendo stata quasi sempre identificata come città industriale e militare, ma ora da almeno due anni sta vivendo una fase di rinascita e ci vuole la buona volontà dell’apparato pubblico e e dell’imprenditoria privata locale per creare una rete, una piccola filiera per l’accoglienza turistica, magari rilanciando itinerari della Magna Grecia, coinvolgendo Paestum, Napoli e Reggio Calabria».

Accanto alla mostra c’è, ovviamente, l’intera struttura museale che su tre piani ospita reperti di rara bellezza: uno su tutti il sarcofago dell’Atleta.

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Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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