Studenti in trincea a Caporetto

03 Aprile 16:00 2017 Stampa questo articolo

Per l’Italia fu una disfatta, militarmente parlando. Tanto che Caporetto resta una delle sconfitte dell’esercito italiano ancora impressa nella memoria. Eppure quest’anno, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, il piccolo paesino sloveno della Valle d’Isonzo, a pochi chilometri dal confine italiano, ha organizzato numerose iniziative ed eventi ed è diventato meta di gruppi di studenti italiani.

«Abbiamo cominciato ad avere richieste da numerosi istituti scolastici – spiega Gorazd Skrt, ex direttore dell’ente del turismo sloveno e oggi titolare della Lovely Trips, agenzia che promuove anche località e itinerari adatti al turismo scolatico – Principalmente dal Nord dell’Italia, ma anche un gruppo da Palermo. Visitano i luoghi più importanti della Prima Guerra Mondiale, dalle trincee abbandonate alle zone dove avvennero le battaglie per riscoprire la storia in maniera diversa».

A Caporetto i ragazzi possono seguire anche le orme di Ernest Hemingway attraverso le descrizioni del Paese raccontate nel suo “Addio alle armi”, visitare il Museo Kobarid, sorto proprio sulla zona teatro di guerra e che oggi custodisce reperti, plastici, foto d’epoca e alcune lettere dei militari al fronte, e infine l’Ossario italiano, che si trova su una collina che domina il fiume Isonzo, e che ospita i resti di 7014 soldati ed è il più grande dei militari italiani caduti durante la Grande Guerra.

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