Spesa turistica, in un anno in Italia persi 68 miliardi di euro

15 Settembre 13:13 2020 Stampa questo articolo

A fine anno mancheranno almeno 68 miliardi di euro nella spesa turistica complessiva in Italia per tutto il 2020. È il conto salatissimo presentato dall’emergenza Covid. Ma di sicuro, stando alle prime valutazioni dell’Enit, l’Italia “piangerà” meno di altri Paesi competitor.

Il contributo diretto del turismo all’economia italiana nel confronto internazionale (mantenendo fermo il Pil nazionale totale economia 2019, ndr) diminuirà infatti di 2,6 punti percentuali nel 2020 (3,2% del Pil) rispetto al 2019 (5,7% del Pil); un calo comunque inferiore a quello di molti altri paesi come la Francia a – 4,5% la e  la Spagna a -3,1%.

«La flessibilità del nostro sistema di offerta – spiega Giorgio Palmucci, presidente dell’Agenzia Enit – compensa parzialmente la riduzione dei flussi stranieri grazie alla capacità dei nostri operatori di attrarre anche il mercato domestico. E a ben vedere il contributo diretto del turismo in Italia all’economia in generale si riduce di poco meno della metà, rispetto a più della metà per tutti gli altri Paesi selezionati».

L’analisi delle prenotazioni aeroportuali in Italia da settembre fino a novembre, infatti, ad oggi rileva 49.588 prenotazioni a settembre, 43.501 a ottobre e a novembre 18.538 prenotazioni, per un totale di 162.083 prenotazioni aeroportuali da agosto a novembre, grazie alla migliore performance prevista per settembre e ottobre di questo anno.

Nel complesso, tra agosto e novembre sono 170.587 prenotazioni di passeggeri aeroportuali internazionali per la Spagna e 154.873 quelle per la Francia, su cui l’Italia ha un vantaggio competitivo. Dagli ultimi aggiornamenti dell’Agenzia di via Marghera si prevede che i visitatori internazionali pernottanti diminuiranno del -58% (37 milioni di visitatori) nel 2020 ed il numero  dei pernottamenti diminuirà di 126 milioni rispetto al 2019.

Sul mercato domestico è confermato il trend discendente del -31% (16 milioni di visitatori); i pernottamenti domestici si prevedono inferiori di 46 milioni nel 2020 rispetto al 2019. I mercati di prossimità restituiscono la seguente fotografia del turismo.

Attraverso 4.500 contatti per individuare il campione valido di 1.500 vacanzieri all’estero – tra francesi, tedeschi e britannici – è emerso che per le future vacanze in Italia i Paesi di prossimità come Francia, Germania e Uk si orienteranno su varie combinazioni di prodotto.

I francesi e i britannici su cultura, vacanza gourmand e mare; i tedeschi abbinano al mare la cultura e il relax. Interessante per i turisti britannici anche il folklore e la vacanza sociale in gruppi. Tra le destinazioni che vorrebbero visitare ci sono le bellezze in Toscana (69%) con in testa Firenze e Pisa, quelle lombarde (65%) con Milano e il lago di Como, il Lazio (63%) con Roma (61%), il Veneto (62%) con Venezia e le altre città venete e la Campania (60%) con Napoli, le zone archeologiche, Ischia e Capri.

A conti fatti quella futura in Italia sarà una vacanza di coppia o in famiglia con i bambini per tutti, in media in gruppo di 3/4 persone, di durata di 9/10 notti. Si tratterà di una vacanza tutto compreso per il 50% dei britannici, il 30% dei tedeschi ed il 29% dei francesi. L’alloggio per la futura vacanza in Italia sarà in hotel 4 o 5 stelle per i turisti da Uk (45%), 3 stelle per i francesi (34%). Tra chi utilizzerà le abitazioni private i tedeschi (25%) in particolare in affitto (21%).

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