Smartworking sì, ma non troppo: cosa dice il sondaggio Swg

Smartworking sì, ma non troppo: cosa dice il sondaggio Swg
27 Settembre 11:02 2021 Stampa questo articolo

Il futuro della workcation potrebbe essere meno roseo di quanto finora è sembrato. Secondo un sondaggio condotto da Swg, rispetto a circa un anno fa è aumentato il desiderio dei lavoratori di tornare sul luogo di lavoro.

Su un campione di 800 lavoratori italiani, la percentuale di coloro che hanno dichiarato che in futuro, passata l’emergenza sanitaria, preferirebbero lavorare “sempre su luogo di lavoro” è stata del 46% (nel 2020 era il 33%), mentre il 39% preferirebbe forme ibride di smartworking (contro il 53% del 2020), alternando giornate in ufficio e in casa.

Il mondo del lavoro, oggi, si divide quindi tra una metà che preferirebbe un totale ritorno in presenza e un’altra che invece continua a vedere di buon occhio lo smartworking, soprattutto in forme ibride di alternanza casa-ufficio.

Se da un lato il lavoro a distanza sta evolvendo in una direzione di maggiore produttività, dall’altro il bisogno di riallacciare i rapporti sociali e rinsaldare le dinamiche del lavoro di squadra si fa sentire. A fare da contraltare a una migliore gestione del tempo, infatti, nel modello lavorativo dello smartworking c’è un deterioramento della qualità delle relazioni sociali, peggiorate per il 40% degli intervistati, e della capacità di lavorare in team: il 22% ha dichiarato di essere meno capace di lavorare in gruppo rispetto a prima.

Nel futuro post-pandemia, lo smartworking avrà un peso non trascurabile nelle scelte lavorative individuali. Significativo il fatto che,attualmente, quasi due lavoratori che lo hanno sperimentato su cinque si direbbero disposti a valutare un taglio al proprio stipendio in cambio della certezza di poter continuare a lavorare da remoto.

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