Settimana bianca, la prossima frontiera del’incoming dalla Cina

by Roberta Moncada | 7 Settembre 2021 4:51

Promuovere l’Italian Mountain Lifestyle in Cina, coinvolgendo contemporaneamente i settori della tecnologia, del business, della formazione, e ovviamente, del turismo. Questa, la strategia promossa dalle istituzioni italiane, al Beijing World Winter Sports Expo 2021 (Wwse), evento che si è svolto dal 3 al 7 settembre al Shougang Park di Pechino.

La Wwse è la più importante manifestazione fieristica della Cina e dell’Asia dedicata alle tecnologie e ai prodotti della montagna, e ha visto quest’anno l’Italia coinvolta in qualità di Paese ospite d’onore.

Non soltanto per le capacità tecnologiche e di innovazione delle imprese italiane del settore, ma anche grazie per l’imminente staffetta tra le Olimpiadi Invernali di Pechino – che si svolgeranno dal 20 febbraio 2022 – e quelle che si terranno a Milano e Cortina d’Ampezzo nel 2026.

Venti le imprese italiane presenti insieme a Enit e alla Regione Veneto nel padiglione Italia – già premiato con il Best Pavilion Award – messo a disposizione dall’Agenzia Ice e alla cui organizzazione hanno contribuito l’Ambasciata d’Italia a Pechino, Ita – Ufficio Ice Agenzia di Pechino, Enit, Camera di Commercio Cina-Italia Cicc e Assosport.

In mostra, i prodotti italiani di alta qualità dedicati agli sport invernali, macchinari da neve, attrezzature per lo sci, attrezzature professionali di livello mondiale, ma anche tutto ciò che riguarda gli impianti di innevamento, fiore all’occhiello dell’industria italiana del settore.

Secondo Gianpaolo Bruno, trade commissioner per l’agenzia Ice di Pechino, l’expo è stato utile «a promuovere anche il turismo italiano, oltre ad altri settori italiani come cibo, salute, attrezzature mediche e di sicurezza, con l’Italian Trade Agency che continuerà a lavorare in questa direzione».

E in effetti grande spazio è stato riservato al travel con l’Ice and Snow Tourism Development Forum, in cui esponenti di istituzioni, enti del turismo e aziende internazionali hanno discusso del futuro del settore alla luce della crisi da Covid. Tra i relatori anche Cristiano Varotti, direttore dell’Ufficio Enit di Shanghai, che ha promosso l‘Italia come meta ideale per gli amanti della neve, grazie a strutture avanzate e servizi correlati professionali.

Le potenzialità delle relazioni tra Italia e Cina nel mercato turistico vanno concepite soprattutto in vista del 2022, che sarà l’Anno della cultura e del turismo Italia-Cina (originariamente previsto nel 2020, poi spostato a causa della pandemia).

Riguardo alla montagna italiana, in particolare, nonostante il suo appeal tra i cinesi sia aumentato, le potenzialità del mercato sono ancora enormi. Già nel 2016, in previsione delle Olimpiadi invernali di Pechino del 2022, il governo della Repubblica Popolare dichiarava l’obiettivo di trasformare 300 milioni di cinesi in appassionati di sport invernali. Un percorso fatto anche di educazione perseguito attraverso l’Ice and Snow Sports Development Program (2016-2025).

Sono anche stati fissati obiettivi ambiziosi per il 2025: aumentare il valore totale del settore a circa $ 170 miliardi e costruire 5.000 scuole elementari e medie in stile bootcamp incentrate sugli sport invernali.

Con investimenti nel settore pari a 140 miliardi di dollari in un triennio, i risultati sono presto arrivati: secondo l’agenzia di stampa governativa Xinhua, nella stagione invernale 2018-2019, i turisti cinesi del ghiaccio e della neve sono stati circa 224 milioni e hanno generato un fatturato turistico di 386 miliardi di yuan, rispettivamente in crescita del 13,7% e del 17,1% rispetto alla stagione invernale 2017-2018.

Nel 1996 la Cina aveva appena 11 resort sciistici. Nel 2019 questi erano diventati ben 770, con 28 avveniristiche strutture inaugurate proprio nell’ultimo anno. Tra queste, 31 centri sciistici coperti con Harbin e Guangzhou che ospitano i due più grandi ski resort indoor del mondo.

Anche in vista delle Olimpiadi del 2022, il numero di appassionati agli sport e al turismo invernale crescerà ulteriormente. E nonostante l’apertura delle frontiere non sembri essere imminente, vale forse la pena non interrompere il dialogo con i futuri sciatori cinesi.

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