Servizi digitali e online, il Parlamento Ue sollecita regole più rigide

22 Ottobre 07:00 2020 Stampa questo articolo

I deputati del Parlamento europeo hanno approvato due distinte relazioni di iniziativa legislativa, in cui si chiede alla Commissione Ue di risolvere tempestivamente le attuali lacune normative relative all’ambiente online, nel suo pacchetto di legge sui servizi digitali (Dsa, Digital Services Act) che sarà presentato a dicembre.

Le attuali norme dell’Unione Europea sui servizi digitali, sempre secondo la maggioranza dei deputati Ue, sono rimaste sostanzialmente invariate dall’adozione della direttiva ecommerce adottata venti anni fa. Grazie al Dsa, l’Unione europea intende plasmare l’economia digitale europea e definire le norme a livello mondiale, come successo con la protezione dei dati.

Regole più severe per far fronte ai contenuti illeciti online. Tutti i fornitori di servizi digitali operanti da Paesi terzi saranno tenuti a rispettare le norme sui servizi digitali, allorché i loro servizi si rivolgono anche a consumatori o utenti all’interno dell’Ue. I deputati chiedono di istituire un meccanismo di “notifica e azione” vincolante, affinché gli utenti possano notificare agli intermediari contenuti o attività potenzialmente illeciti. Ciò aiuterà gli intermediari a reagire rapidamente ed essere più trasparenti in relazione alle azioni adottate nei confronti di contenuti potenzialmente illeciti. Gli utenti devono poter presentare ricorso tramite un organismo nazionale di risoluzione delle controversie, si legge nel testo.

Distinzione fra contenuto illecito e nocivo. Il Parlamento chiede inoltre che venga fatta una precisa distinzione tra contenuto illecito e contenuto nocivo (il regime di responsabilità giuridica dovrebbe riguardare il “contenuto illecito”, solo secondo quanto definito dal diritto comunitario o nazionale).

Le piattaforme dovrebbero evitare di introdurre filtri sui contenuti caricati alcuna forma di controllo dei contenuti ex ante, per i contenuti nocivi o illeciti. La decisione finale sulla natura lecita o meno dei contenuti dovrebbe essere presa da un organo giuridico indipendente e non da aziende private. I contenuti nocivi, l’incitamento all’odio e la disinformazione devono essere contrastati attraverso un obbligo di maggiore trasparenza e grazie all’alfabetizzazione mediatica e digitale.

Internet più sicuro per i consumatori. Il Parlamento afferma che il principio che “ciò che è illegale offline lo è anche online“, così come la protezione dei consumatori e la sicurezza degli utenti, dovrebbero diventare i principi guida della normativa sui servizi digitali.

I servizi e le piattaforme di intermediazione online devono migliorare la loro capacità di individuare e rimuovere le dichiarazioni false e contrastare gli operatori commerciali disonesti, ad esempio chi vende falsi dispositivi medici o prodotti pericolosi, come accaduto durante la pandemia di COVID-19.

I deputati chiedono infine l’introduzione di un nuovo principio “conosci il tuo cliente” (Know Your Business Customer), che prevede che le piattaforme controllino e blocchino le società fraudolente che utilizzano i loro servizi per vendere prodotti e contenuti illegali e non sicuri. Inoltre, devono essere presentate delle norme specifiche per prevenire i fallimenti del mercato (anziché limitarsi a porvi rimedio) causati dalle grandi piattaforme, al fine di aprire i mercati a nuovi attori, tra cui Pmi e startup.

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Andrea Lovelock
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