Ryanair, l’ultima trovata di O’Leary: la clausola che scoraggia i reclami

15 Ottobre 07:00 2018 Stampa questo articolo

C’era una volta, in guerra, la volpe del deserto. Oggi, in tempo di pace, c’è la volpe del cielo Michael O’Leary, l’eccentrico e rivoluzionario manager che con la sua Ryanair ha sconvolto le regole del trasporto aereo e che tuttora lancia ripetuti “assalti” al mercato.

Cominciò con il bypass fiscale, per evitare l’alta pressione delle tasse in vari Paesi, passando per l’idea delle toilette di bordo a pagamento, fino al recente ed estenuante braccio di ferro con il personale e i sindacati di mezza Europa.

Presi sonori schiaffi su vari fronti, la volpe O’Leary ora torna all’attacco con un nuovo escamotage reso noto durante il weekend e destinato a far rumore. Nel diramare i nuovi “termini e condizioni”, dove sono stabilite le regole a cui attenersi in caso di contenzioso con l’utente-passeggero, Ryanair ha inserito una clausola che prevede come unico foro competente quello irlandese, scoraggiando così buona parte dei reclami.

Una procedura che entra in palese conflitto con il regolamento europeo 44/2001, secondo cui il foro competente per dirimere le controversie deve essere quello dello Stato al quale appartiene il passeggero, lasciando comunque a quest’ultimo l’opzione di decidere quale designare.

Da Bruxelles è arrivato il primo immediato “no” dalla Commissaria Ue per la Giustizia, Vera Jourovà:“Il fatto che i passeggeri possano adire le vie legali solo in Irlanda è chiaramente contro i diritti dei consumatori. Mi appello alle autorità che tutelano i consumatori perché agiscano”, ha scritto su Twitter.

È prevedibile che, già nei prossimi giorni, l’Europa intervenga avviando l’ennesimo “tira e molla” tra la compagnia low cost e le autorità Ue.

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Andrea Lovelock
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