Ryanair & Co. al governo: “Basta addizionale comunale”

15 Marzo 11:30 2022 Stampa questo articolo

Fronte unico dei vettori a basso costo contro l’addizionale comunale che deve essere eliminata o quantomeno ridotta in tutti gli aeroporti italiani, per favorire il rilancio del trasporto aereo italiano. È questa l’esplicita richiesta avanzata da Aicalf – l’Associazione italiana delle compagnie aeree low fares che rappresenta più del 50% del traffico aereo nazionale – al governo italiano.

Un atto volto a mantenere l’Italia competitiva poiché  – come si legge nella nota dell’associazione che include Blue Air, easyJet, Norwegian, Ryanair, Volotea e Vueling – “nell’attuale contesto sociale ed economico, la rimozione o la riduzione dell’addizionale comunale giocherebbe un ruolo cruciale nel guidare la ripresa del turismo italiano e nel garantire all’Italia di rimanere competitiva rispetto agli altri Paesi europei, che stanno invece cercando di attrarre ulteriori investimenti delle compagnie aeree per facilitare la rapida ripresa del proprio comparto turistico”.

Nell’appello si fa presente che l’introito derivante dall’addizionale comunale (attualmente pari a 6,50 euro per ogni passeggero imbarcato da tutti gli aeroporti italiani, e 7,50 euro da Roma) è destinato a diverse finalità, per le quali l’Aicalf auspica che il governo trovi soluzioni alternative che non penalizzino la ripresa del settore del trasporto aereo in Italia.

“Non ci sono infatti dubbi – si legge nella nota dell’associazione – sul fatto che la domanda di trasporto e di viaggi venga negativamente impattata dalle tasse sui passeggeri. L’addizionale comunale danneggia la competitività del trasporto aereo in Italia, rende il nostro paese più caro e meno attrattivo come destinazione per il business e per il turismo. Come ampiamente dimostrato da studi delle maggiori associazioni internazionali di trasporto aereo come Iata e A4E, la riduzione o l’abolizione delle tasse passeggero genererebbe un aumento del traffico aereo, del Pil, delle esportazioni e dei posti di lavoro. Il valore aggiunto compenserebbe quindi la perdita di introito fiscale derivante dall’abolizione della tassa stessa. In Italia i benefici sarebbero ancora maggiori, anche grazie al potenziale del paese come destinazione turistica.”

Da qui l’istanza avanzata per potenziare la connettività aeroportuale regionale a beneficio di milioni di passeggeri italiani, sostenendo l’occupazione ed il turismo, suffragata anche dalla motivazione che per aumentare la connettività da e per le regioni italiane, il Governo italiano dovrebbe seguire l’esempio di altri paesi europei  dove sono state introdotte soluzioni per supportare la ripresa, attraverso la rimozione o riduzione delle tasse sui passeggeri a sostegno del proprio traffico regionale, creando così nuove opportunità di lavoro.

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