«Riaprire le frontiere»: Iata ora punta i piedi

by Roberta Moncada | 9 Dicembre 2021 10:43

International Air Transport Association non ci sta a veder richiudere il mondo, e si appella ai governi, affinché revochino immediatamente i nuovi stop alle frontiere introdotti in risposta alla variante Omicron del coronavirus, come chiesto anche dall’Organizzazione mondiale della sanità.

In un avviso in relazione alla variante Sars-CoV-2 Omicron, infatti, l’Oms affermava che «i divieti di viaggio generalizzati non impediranno la diffusione internazionale e rappresentano un pesante fardello sulle vite e sui mezzi di sussistenza. Inoltre, possono avere un impatto negativo sugli sforzi per la salute globale durante una pandemia, disincentivando i Paesi a segnalare e condividere dati epidemiologici e di sequenziamento. Tutti gli Stati dovrebbero garantire che le misure siano riviste e aggiornate regolarmente quando diventano disponibili nuove prove sulle caratteristiche epidemiologiche e cliniche di Omicron o di qualsiasi altra variante preoccupante».

Concetto sottolineato anche da Willie Walsh, direttore generale della Iata, che dichiara: «Dopo quasi due anni di Covid sappiamo molto sul virus e sull’incapacità delle restrizioni di viaggio di controllarne la diffusione. Ma la scoperta della variante Omicron ha indotto un’amnesia istantanea sui governi che hanno implementato restrizioni istintive in completa disarmonia con i consigli dell’Oms, l’esperto globale».

Iata esorta quindi i governi a riconsiderare le misure finora intraprese per limitare la diffusione della variante, puntando soprattutto su coordinamento internazionale e strategie condivise: «L’obiettivo è allontanarsi dal disordine scoordinato, privo di prove e senza valutazione del rischio che i viaggiatori devono affrontare – continua Walsh – Come concordato dall’Icao (International Civil Aviation Organization, ndr) e in linea con i consigli dell’Oms, tutte le misure dovrebbero essere vincolate nel tempo e riviste regolarmente. È inaccettabile che le decisioni affrettate abbiano creato paura e incertezza tra i viaggiatori proprio a ridosso delle partenze di Natale e Capodanno».

Iata sottolinea, poi, che anche il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) ha messo in dubbio la validità a medio termine dello stop ai viaggi, in quanto l’ aggiornamento[1] del suo “Rapporto sulla valutazione delle minacce e delle implicazioni di Omicron in Europa” osserva che «dato il crescente numero di casi e cluster nell’Ue, senza una storia di contatto con i casi correlati a spostamenti o viaggi, è probabile che nelle prossime settimane l‘efficacia delle misure relative ai viaggi diminuirà in modo significativo e i Paesi dovrebbero prepararsi a una riduzione rapida e misurata di tali misure».

È importante quindi – secondo Iata – che vengano introdotte delle scadenze di revisione periodica, in quanto  «una volta che una misura è stata messa in atto, è molto difficile convincere i governi a considerare di rivederla, per non parlare di rimuoverla, anche quando ci sono molte prove che puntano in quella direzione. Ecco perché – conclude Walsh – è essenziale che i governi si impegnino a revisionare le misure introdotte. Se c’è una reazione eccessiva, come crediamo sia il caso di Omicron, dobbiamo trovare un modo per limitare i danni e tornare sulla strada giusta. E anche in circostanze più normali, dobbiamo riconoscere che la nostra comprensione della malattia può crescere esponenzialmente anche in un breve periodo di tempo. Qualunque sia la misura in atto, deve essere costantemente giustificata rispetto alle conoscenze scientifiche più recenti e accurate».

Endnotes:
  1.  aggiornamento: https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/covid-19-threat-assessment-spread-omicron-first-update

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