Regole per spiagge e alberghi: le linee guida per riaprire in sicurezza

by Claudia Ceci | 19 Maggio 2020 7:00

Nessuno è rimasto con le mani in mano. Tour operator, alberghi, villaggi, stabilimenti balneari, per non parlare del settore dei trasporti. In attesa di indicazioni chiare, le imprese in queste settimane hanno stilato bozze di protocolli di sicurezza per far ripartire il turismo a partire dai diktat dell’Oms. Intanto arrivano le prime disposizioni in materia di riaperture e al centro dell’attenzione ci sono strutture ricettive e stabilimenti balneari.

SPIAGGE TRA INAIL E REGIONI. Per la riapertura delle spiagge, l’Inail aveva messo a punto le linee guida, con l’Iss, per frequentare i litorali, ma il governo Conte le ha alleggerite in seconda battuta dando il via libera alle linee guida delle Regioni.

L’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro aveva previsto: niente termometri a infrarossi all’ingresso, ma mascherine per entrare e uscire (e per il personale); file di ombrelloni distanziate di almeno 5 metri in linea verticale di 4,5 metri tra un ombrellone e l’altro, mentre almeno 2 metri tra lettini o sdraio; salvo persone della stessa famiglia o coabitanti. Regole che avevano subito scatenato le proteste delle imprese di settore. Per le spiagge libere prevista invece una mappa di rischio aggregazione. Tra le altre disposizioni: la prenotazione obbligatoria, anche per fasce orarie, per garantire un accesso contingentato agli stabilimenti; la sanificazione di sdraio, lettini e ombrelloni a ogni cambio di bagnante, che privilegerà nell’assegnazione chi prenota per più giorni consecutivi; niente uso promiscuo delle cabine e anche per le docce all’aperto due metri di distanza; piscine chiuse; vietate le attività sportive come tennis o beach volley.

Dopo l’approvazione del decreto Rilancio, il governo Conte ha condiviso le linee di indirizzo delle Regioni del 16 maggio per la riapertura delle Attività economiche, produttive e ricreative. Nel capitolo dedicato a stabilimenti balneari, spiagge attrezzate e spiagge libere, si parte dalla necessità di “un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità. Si promuove, a tal proposito, l’accompagnamento all’ombrellone da parte di personale dello stabilimento adeguatamente preparato (steward di spiaggia) che illustri ai clienti le misure di prevenzione da rispettare”.

Spicca la revisione delle distanze: “assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m² per ogni ombrellone, indipendentemente dalla modalità di allestimento della spiaggia (per file orizzontali o a rombo). Tra le attrezzature di spiaggia (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1,5 m”.

Tra le prescrizioni, “è necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale in più punti dell’impianto”; va privilegiato “l’accesso agli stabilimenti tramite prenotazione” e mantenuto “l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni”. Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso sia maggiore di 37,5 °C; la postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere fisiche come schermi e in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. Si dovranno anche favorire modalità di pagamento elettroniche, eventualmente in fase di prenotazione. Gli spazi vanno riorganizzati per garantire l’accesso allo stabilimento in modo ordinato, al fine di evitare assembramenti e di assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra gli utenti. Se possibile organizzare percorsi separati per l’entrata e per l’uscita.

La pulizia e disinfezione delle aree comuni – spogliatoi, cabine, docce, servizi igienici, etc – deve essere frequente e regolare e comunque assicurata dopo la chiusura dell’impianto. Le attrezzature come lettini, sedie a sdraio, ombrelloni vanno disinfettati a ogni cambio di persona o nucleo famigliare e a ogni fine giornata.

Per quanto riguarda le spiagge libere, “si ribadisce l’importanza dell’informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori nell’adozione di comportamenti rispettosi delle misure di prevenzione. Al fine di assicurare il rispetto della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone e gli interventi di pulizia e disinfezione dei servizi eventualmente presenti si suggerisce la presenza di un addetto alla sorveglianza. Anche il posizionamento degli ombrelloni dovrà rispettare le indicazioni sopra riportate”.

Si cambia anche sullo sport. Fermo restando il divieto per attività ludico-sportive di gruppo che possono dar luogo ad assembramenti, “gli sport individuali che si svolgono abitualmente in spiaggia (es. racchettoni) o in acqua (es. nuoto, surf, windsurf, kitesurf) possono essere regolarmente praticati, nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale. Diversamente, per gli sport di squadra (es. beach volley, beach soccer) sarà necessario rispettare le disposizioni delle istituzioni competenti.

In queste ore, comunque, le Regioni – con ordinanze proprie e nel rispetto delle normative vigenti – si stanno dotando di proprie ulteriori linee guida.

ALBERGHI. Per alberghi e strutture ricettive ci ha pensato l’Oms già ad aprile a fornire indicazioni a tutela della salute. Le misure di prevenzione per il personale comprendono igiene delle mani costante e accurata, uso di protezioni respiratorie in pubblico, buona igiene respiratoria, distanziamento sociale. Nelle aree pubbliche e nelle camere è essenziale la pulizia e la disinfezione di oggetti e superfici frequentemente toccati.

In Italia le organizzazioni rappresentative del ricettivo hanno stilato e presentato al governo il protocollo Accoglienza Sicura: un documento congiunto a firma di Federalberghi, Confindustria Alberghi e Assohotel che, a partire dalle normative vigenti e dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, fornisce raccomandazioni generali per un modello uniforme a livello nazionale: ricevimento, pulizia delle camere e degli ambienti comuni, somministrazione di alimenti e bevande, riunioni, conferenze ed eventi, utilizzo dpi, informazioni, fino alla gestione di eventuali casi sintomatici.

Poi è arrivato a completamento il documento delle Regioni con raccomandazioni come, “un’adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità”; il rispetto del “distanziamento interpersonale di almeno 1 metro in tutte le aree comuni”. Andrà favorita la differenziazione dei percorsi all’interno delle strutture, con particolare attenzione alle zone di ingresso e uscita (magari attraverso cartelli informativi o nastri segnapercorso). Reception e cassa potranno dotarsi di barriere fisiche e andranno favorite modalità di pagamento elettroniche e gestione delle prenotazioni online, con sistemi automatizzati di check in e check out ove possibile.

Agli ospiti potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso superi i  37,5 °C; dovranno poi indossare sempre la mascherina, mentre il personale dipendente è tenuto all’utilizzo quando in presenza dei clienti e in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro.

Va garantita ampia “disponibilità e accessibilità a sistemi per l’igiene delle mani con soluzioni idroalcoliche in varie postazioni all’interno della struttura” e “ogni oggetto fornito in uso all’ospite, dovrà essere disinfettato prima e dopo di ogni utilizzo”.

L’addetto al servizio di ricevimento dovrà provvedere, alla fine di ogni turno, alla pulizia del piano di lavoro e delle attrezzature utilizzate. L’utilizzo degli ascensori consentirà il rispetto della distanza interpersonale, pur con la mascherina, prevedendo deroghe in caso di componenti dello stesso nucleo familiare/gruppo di viaggiatori. Andrà garantita frequente pulizia e disinfezione di tutti gli ambienti e locali, con particolare attenzione alle aree comuni e alle superfici toccate con maggiore frequenza.

Per quanto riguarda il microclima, bisognerà verificare le caratteristiche di aerazione dei locali e degli impianti di ventilazione per la messa in atto di adeguati ricambi per la qualità dell’aria indoor. Ove possibile, durante la giornata andrà garantita l’aerazione naturale, evitando correnti d’aria o freddo/caldo eccessivo durante il ricambio naturale dell’aria. Prese e griglie di ventilazione devono essere pulite con panni puliti in microfibra inumiditi con acqua e sapone, oppure con alcool etilico al 75%.

Assosistema Confindustria infine ha prodotto le specifiche sulla sanificazione del tessile, dettagliando le buone prassi per abbattere la contaminazione da batteri e virus. La sensazione di sicurezza – e la biancheria è un aspetto fondamentale – sarà centrale nelle scelte del turista.

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