Regole comuni per i fondi di garanzia

21 Settembre 11:00 2016 Stampa questo articolo

Sette, tutti diversi. È il numero dei fondi privati e delle polizze presentati da associazioni e broker assicurativi per colmare il vuoto  lasciato, a fine giugno, dall’abrogazione del Fondo Nazionale di Garanzia contro il rischio di fallimento o insolvenza delle imprese turistiche. A distanza di due mesi dalla deadline, e con il picco estivo di mezzo, tra le adv restano alcune perplessità. Dubbi la cui origine di certo non va addebitata a chi, al contrario, ha compiuto un piccolo miracolo per sfornare soluzioni sostenibili nei tempi previsti dalla legge, preoccupandosi che fossero le meno dolorose possibili per le tasche di agenti di viaggi e operatori.

Per dovere di cronaca riportiamo all’interno di questo focus tutte le soluzioni adottate da Astoi, Fiavet, Fto, Assoviaggi, Aiav, Borghini e Cossa – I4T e Aria Network. A giudicare anche dai numeri che ci sono stati forniti, ogni fondo privato o soluzione assicurativa può annoverare un discreto volume di adesioni, ma c’è una nuova corsa contro il tempo che non riguarda certo il record di iscrizioni, bensì attiene qualcosa di molto, ma molto più delicato e funzionale: il quadro regolatorio. Per dirla più semplicemente, le regole comuni.

Se si è persa l’occasione di presentare al Mibact un unico grande fondo di garanzia privato alimentato da tutte le imprese di viaggio, non si può e non si deve perdere l’opportunità di lavorare congiuntamente a una sorta di “decalogo” delle regole che devono essere condivise da tutti i soggetti che gestiscono questi fondi.
Su questa esigenza è illuminante la riflessione di Caterina Claudi, consulente fiscale di Fiavet Lazio. «Ebbene, vanificato il tentativo di alcuni di raggiungere un accordo interassociativo – afferma – appare evidente che ora l’urgenza risiede nell’uniformare le regole di attuazione degli strumenti messi in campo, altrimenti si rischia una confusione deleteria soprattutto per gli agenti di viaggi che devono poter operare in totale serenità». Un ragionamento che non fa una piega, tanto che abbiamo appreso da fonti certe che, dietro le quinte, più di un’associazione di categoria sta lavorando per costituire un tavolo tecnico dove confrontarsi sulle regole da adottare.

Perdere anche questa occasione sarebbe pericoloso e antiproduttivo per tutto il settore: trovare la quadra nell’uniformità dei regolamenti, invece, rappresentarebbe un bel segnale nei confronti del Mibact che ha riversato sulle imprese tutti gli oneri di un cambiamento così delicato. In tal senso la condivisione di un regolamento uniforme per tutte le formule di fondi e coperture, potrebbe sciogliere anche il nodo della “centrale-rischi”, una vera e propria cabina di regia che il settore potrebbe suggerire al ministero per fronteggiare ogni tipo di emergenza.

Su questo tema era intervenuto, all’open forum organizzato da L’Agenzia di Viaggi a luglio, anche Gaetano De Vito, esperto finanziario e presidente di Assoholding. Dopo aver evidenziato la «vulnerabilità economica del settore» e aver accertato la presenza di molti, troppi fondi e polizze per fronteggiare l’obbligo di una direttiva Ue, De Vito aveva chiesto e proposto alle associazioni «uno sforzo congiunto per promuovere un comitato interassociativo capace di condividere il delicato passaggio di una centrale-rischi operativa, a disposizione di tutti i clienti del turismo organizzato». Com’è evidente, anche per le regole comuni e per la centrale-rischi i tempi stringono e si impone un gran senso di responsabilità da parte di tutti.

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Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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