Regno Unito in lockdown, battaglia di Abta pro adv e t.o.

by Giorgio Maggi | 24 Marzo 2020 12:33

Dopo settimane di esitazioni e sperimentazioni, il lockdown arriva anche nel Regno Unito. Il premier Boris Johnson ha scelto la via italiana per combattere il Covid-19 e far fronte a un numero di contagi e di morti che continua a crescere pericolosamente anche oltremanica.

La serrata annunciata dal primo ministro – «il coronavirus è la più grande minaccia che incombe sul nostro Paese da decenni, e il nostro Paese non è solo: il mondo intero è devastato dall’impatto di questo killer silenzioso», ha detto dagli schermi televisivi – prevede la chiusura di tutte le attività, tranne quelle non essenziali, e dei locali pubblici. Nonostante il consiglio di “restare a casa, a meno di necessità imprescindibili”, a differenza che in Italia i cittadini del Regno Unito potranno però continuare a muoversi, tanto che lo stesso Johnson ha espressamente escluso l’istituzione di posti di blocco nelle strade.

Perfettamente funzionanti, anche se a orario e corse ridotte, i mezzi pubblici, come del resto i treni e la metropolitana di Londra. Stessa cosa per gli aeroporti, che come ha detto il ceo di Heathrow John Holland-Kaye, «sono pronti a supportare il Paese in queste tre settimane di lockdown». Tra le misure prese dall’hub londinese, ci sono ad esempio il parcheggio gratuito per gli aeromobili e una serie di incentivi alle compagnie per continuare a operare.

Intanto, mentre Johnson ha invitato i cittadini britannici che si trovano all’estero (circa 1 milione) a rientrare il più presto possibile per evitare il rischio di non trovare più voli disponibili, il Foreign Office ha emanato già lo scorso 17 marzo una direttiva della durata di un mese in cui si consiglia di mettersi in viaggio all’estero “solo per motivi indispensabili”.

Sulla questione del lockdown è intervenuta anche Abta, la più grande associazione britannica di tour operator e agenzie di viaggi, che in una lettera al premier inglese ha sollecitato l’adozione di misure concrete per il settore allo scopo di evitare il collasso.

«Il tempo è scaduto e i sistemi di protezione sono già sotto pressione per soddisfare i clienti che vogliono recuperare i soldi delle vacanze prenotate. Se se non si interviene, una parte della filiera del viaggio organizzato salterà: le imprese di viaggi stanno già licenziando, o ricorrendo alle ferie anticipate, o ancora applicando forti riduzioni di orario e di stipendi che sono già al di sotto della media nazionale. Bisogna agire in fretta», ha detto Mark Tanzer, ceo di Abta, sottolineando come finora l’esecutivo di Johnson abbia approntato aiuti alle compagnie aeree e agli aeroporti, ma non ai tour operator e agenzie di viaggi.

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