Rapporto Aniasa: «In calo noleggio a breve termine e car sharing»

13 Maggio 11:35 2022 Stampa questo articolo

Crisi del mercato auto italiano, telegraficamente rallentano i business del noleggio a breve termine e il car sharing, regge il nolo a lungo termine, flotta stabile sopra il milione di veicoli. La 21ª edizione del rapporto Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità – presieduta per la prima volta da Alberto Viano – ha dato questo responso,

Premessa doverosa e influente sul rapporto è la situazione vissuta negli ultimi tre anni. La pandemia prima, seguita dalla crisi dei chip e, da ultimo, il conflitto in Ucraina, una delle sedi sparse in Europa di componentistica auto, hanno rallentato il processo di avanzamento della mobilità a noleggio e in sharing nel nostro Paese.

Nello specifico dei numeri, la stagione estiva del 2021 è stata positiva, con conseguente crescita rispetto al 2020, ma il paragone con la situazione pre-pandemia è insostenibile con un sonoro -51% dei noleggi, riduzione di un terzo della flotta, diminuzione dei giorni di noleggio ed abbassamento complessivo del giro d’affari. Discorso analogo per il car sharing che si contrae del 57% nel 2021 rispetto alla situazione precedente al Covid-19.

In questo campo i numeri parlano di un abbassamento del giro d’affari da 13 a 5,5 milioni, e una flotta di vetture scesa a 6.200 rispetto alle 8mila del 2019, a causa del ridimensionamento dei costi e conseguente riduzione delle flotte. Crescita continua invece per il noleggio a lungo termine con un fatturato complessivo di 8,8 miliardi, e un buon +12% sul 2020. Anche la crescita della flotta ha un positivo del 5% e la soglia di 1 milione di veicoli è superata. I clienti maggiori e trainanti del nolo a lungo termine rimangono le aziende con il 77%, seguite dall’8% dalle pubbliche amministrazioni e la restante parte ripartita tra privati e partite Iva.

Nel rapporto si trovano anche numeri interessanti sul mercato dei privati (con solo codice fiscale), che segna un +55% a fine 2021 rispetto al 2020. In aggiunta, vanno sommate anche le 50.000 unità dei privati partita Iva.

Il rapporto si è poi incentrato sul primo trimestre del 2022, che se evidenzia qualche nota positiva, registra anche tanti indicatori al negativo. Il nolo a breve termine ha registrato una leggera crescita, tenendo in negativo però il fatturato (-4%), numeri di noleggi (-22%) e giorni di noleggio (-2%). Segno positivo invece per il lungo termine che registra un +9% nel giro d’affari, e un +7% della flotta, a fronte però di un calo delle immatricolazioni, scese dell’8%. Segnali incoraggianti dal car sharing, che segna una crescita del 50% nel primo trimestre 2022. Il dato incoraggiante è sostenuto da una situazione pandemica in netto miglioramento, una maggior connessione e digitalizzazione, igienizzazione tecnologica, e pacchetti o sharing più lunghi anche per i weekend.

La conferenza stampa è stata supportata anche da un intervento di Gianluca Di Loreto, con la presentazione dello studio promosso da Bain & Company e da Aniasa, intitolato “La mobilità che… non cambia – Un’Italia a due velocità, tra chi abbraccia il nuovo e chi… non può permetterselo. Il noleggio come leva per il cambio di passo”.

La presentazione del rapporto è stata occasione per il presidente Viano di rilasciare qualche dichiarazione, oltre che sui numeri e dati, anche su quanto concerne sulla questione della transizione ecologica: «Il noleggio, dati alla mano, è il principale strumento in grado di favorire la transizione ecologica del parco circolante e di accelerare il ricambio dei veicoli più inquinanti».

Nel particolare, ciò che lascia perplesso il presidente è l’esclusione delle auto aziendali e del noleggio dagli interventi esecutivi. Sempre rimanendo sulle problematiche governative questo è il suo commento sulla questione, ormai decennale, della detraibilità dell’Iva per le imprese italiane che usano auto aziendali, valore fermo al 40% dal 2007: «Questo crea forte disparità di trattamento fiscale sui costi che le aziende italiane sostengono rispetto a quelle europee che possono detrarre il 100%. Auspichiamo che il governo nella prossima Legge di Bilancio voglia sanare la situazione anche recependo la nostra proposta di graduale riallineamento a quanto previsto nei maggiori Paesi europei con una detraibilità al 100% per i veicoli elettrici, al 90% per gli ibridi e al 60% per gli endotermici».

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Riccardo Seghizzi
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