Quote d’iscrizione, c’è chi dice no

10 Agosto 07:00 2017 Stampa questo articolo

Tra tutti gli ancillary cost che caratterizzano i rapporti t.o.-adv-cliente finale (abbiamo già parlato del dilemma dei preventivi a pagamento, ndr), quella delle quote d’iscrizione è forse la voce più odiata dalle agenzie e dai viaggiatori stessi, e considerata come il “male minore” da molti tour operator. Per alcuni è solo un retaggio del passato, un’anacronistica gabella destinata a finire in archivio, per altri è senza dubbio una necessità operativa. L’ago della bilancia, sentendo i t.o., pende per la sua sopravvivenza, anche se qualche operatore ha avuto il coraggio di abolirla.

Tra i primi a dire la propria, c’è Sergio Testi, direttore generale Gattinoni Mondo di Vacanze: «Il nostro network collabora proficuamente con una serie di importanti t.o. partner e, riguardo alla voce quote d’iscrizione, quello che chiediamo nei nostri accordi è che venga comunicata alle nostre agenzie e ai consumatori in modo chiaro e trasparente, evidenziando i contenuti del costo».

Da parte sua Gaetano Stea, direttore commerciale Nicolaus, ammette: «I costi ancillari nel pacchetto turistico sono per noi un motivo di grande riflessione. Se è vero che sono inseriti per coprire una serie di spese, anche rilevanti, direttamente imputabili al pacchetto stesso, è altrettanto vero è che non possono e non devono essere elevati. Una cifra troppo alta rischia di essere un orpello fastidioso per i clienti finali e per gli adv che fanno fatica a spiegarne il significato. Negli ultimi anni abbiamo fatto molta attenzione alla quota di gestione, ad esempio, contenendola il più possibile; e non abbiamo mai imposto l’acquisto di una polizza sull’annullamento, fornendola solo su richiesta. Abbiamo sempre fornito, con la quota di iscrizione, la polizza medico-bagaglio ai clienti con pacchetto volo. Abbiamo, poi, negoziato i charter con parametri tecnici (dal fuel al cambio euro/dollaro) che ci hanno consentito di limitare al massimo i costi supplementari. E ad agosto, quando il pacchetto di viaggio è più caro, abbiamo totalmente eliminato ogni tipo di costo supplementare. Per il futuro stiamo pensando di intervenire ulteriormente sui costi ancillari, per rendere il prezzo sempre più chiaro e abbordabile, evitando aumenti che andrebbero a incidere in maniera negativa sul potere di spesa delle famiglie».

Interviene nel dibattito anche Giulio Scognamiglio, presidente di Viola Vacanze: «La quota di iscrizione è un vecchio concetto che deve essere riletto. Oggi le compagnie assicurative offrono interessanti prodotti modulari. Nella nostra quota di apertura pratica, per esempio, è sempre inclusa la polizza per l’assistenza sanitaria h24, oltre alle spese mediche, alla copertura bagaglio e all’assicurazione sull’annullamento o l’interruzione del viaggio. Si tratta di 30 euro a persona per gli adulti, 15 euro per clienti dai 3 ai 15 anni, anche per i pacchetti (volo o nave più hotel). È una voce che garantisce sicurezza e incide in maniera irrisoria sul costo generale. Si cade spesso in facili populismi, che scompaiono immediatamente quando il t.o. fa uscire sottocosto delle disponibilità residuali per puntare a una maggiore occupazione delle strutture. Ci si tranquillizza quando fa comodo e si accetta il depauperamento del margine di magazzino del t.o., salvo poi incolpare l’operatore stesso quando chiede siano pagati servizi che lui stesso eroga».

E aggiunge: «Certo, la quota d’iscrizione si potrebbe abolire. E nel frattempo mettere a pagamento qualsiasi cosa come “extra”, sul modello delle compagnie aeree low cost. Ma a quel punto, se mi chiami di sabato sera perché non trovi l’indirizzo, o magari la nave è arrivata tardi, quanto dovrei chiedere? Ai nostri numeri di emergenza rispondono i responsabili, anche di domenica, non anonimi call center che prendono tempo e aspettano il lunedì».

Una voce fuori dal coro è quella di Adelina Gentile, product manager Parextour, operatore specializzato in viaggi culturali in Asia centrale e Iran: «La quota d’iscrizione – dice – è da sempre un antipatico balzello, il più delle volte incomprensibile per il cliente finale. Per il primo anno di attività in Italia, il presidente Homayoun Zodhy ha deciso di testare il mercato abolendola per le partenze fino al 31 dicembre. L’assicurazione medico-bagaglio è già inclusa nel prezzo finale e quella sull’annullamento è facoltativa. Le agenzie sono ibere di personalizzare le loro ancillary definendo i loro margini di guadagno in completa autonomia».

Ma gli agenti di viaggi cosa pensano e soprattutto cosa propongono? Antonella Biga, titolare di Gemina Viaggi di Bari, non ha dubbi: «Sarebbe opportuno una volta per tutte convincere i t.o. a trasmetterci il prezzo finale. Illustrare al cliente un ventaglio di costi aggiuntivi, tra cui appunto la quota d’iscrizione, crea non poche difficoltà che si ritorcono sempre e solo su di noi. C’è un operatore barese, Go4Sea, che da qualche tempo comunica la quota finale senza orpelli e noi questa chiarezza la apprezziamo molto. Spero proprio che altri t.o. seguano questo esempio, in nome della trasparenza e direi pure della convenienza commerciale».

Dai titolari di Cantore Viaggi, a Genova, arriva un suggerimento: «Sarebbe davvero un bel traguardo cancellare questa voce, o quantomeno ridimensionarla, ma siccome sarà difficile arrivare a questo risultato, pensiamo che si dovrebbe almeno abolire la quota d’iscrizione per tutti i viaggi che le agenzie prenotano e finalizzano online. In questo caso, infatti, non si vede quale giustificazione possa avere la quota, dal momento che il grosso del lavoro viene fatto dall’agenzia in Rete e non ci sono costi di servizio sostenuti dal t.o.».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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