Quali requisiti deve avere un’azienda per quotarsi in Borsa?

02 Aprile 07:00 2019 Stampa questo articolo

C’è chi nel travel lo ha già fatto, come I Grandi Viaggi. E chi come Alpitour ha avviato il suo “viaggio” verso Piazza Affari. Ora la parola “quotazione” entra anche nelle cronache legate ad Arkus Network. “Molte società di successo, private o caratterizzate dalla presenza nel capitale di investitori istituzionali, affrontano un momento in cui valutano l’ipotesi di entrare in Borsa. Per esempio la società ha un piano di nuovi investimenti da finanziare o vuole affrontare un ricambio generazionale. Oppure ancora, alcuni membri della famiglia fondatrice o investitori istituzionali cercano un’opportunità per uscire dall’investimento”, spiega la stessa Borsa Italiana.

Ma quali sono i requisiti sostanziali perché una società faccia il suo ingresso nel mercato azionario? È la stessa Piazza Affari a elencarne sette: orientamento alla creazione di valore; strategia chiara e fedelmente riportata nel piano industriale; buon posizionamento competitivo; struttura finanziaria equilibrata; autonomia gestionale; marginalità in crescita; organizzazione manageriale. Ci sono, poi, quelli che vengono definiti requisiti formali: si va dalla certificazione del bilancio alla governance, alla capitalizzazione, fino al flottante. Con una precisazione: il segmento che richiede un maggior impegno in termini di adempimenti formali è Star.

Acronimo di “Segmento con titoli ad alti requisiti”, Star è una delle tre sezioni del mercato telematico azionario Mta di Borsa Italiana. È dedicato alle medie imprese con capitalizzazione compresa tra 40 milioni e 1 miliardo di euro, che si impegnano a rispettare requisiti di eccellenza in termini di: alta trasparenza e vocazione comunicativa; alta liquidità (35% minimo di flottante); corporate governance allineata agli standard internazionali; la presentazione di almeno tre bilanci certificati. Gli altri due sono Blue Chip, dedicato alle società con capitalizzazione superiore a 1 miliardo di euro, e Standard, per chi ha una capitalizzazione tra 40 milioni e 1 miliardi di euro.

C’è poi Aim Italia, dedicato alle Pmi dinamiche e competitive in cerca di capitali per finanziare la crescita. Questo segmento si basa sulla figura centrale di un consulente – il Nomad (può essere una banca d’affari, un intermediario o una società della corporate finance) – che accompagna la società durante la fase di ammissione e per tutta la permanenza sul mercato. Aim Italia prevede requisiti minimi di accesso, come il 10% di flottante e un solo bilancio certificato (se esistente).

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