Protocollo Ndc, passi da gigante

by Giorgio Maggi | 15 Novembre 2017 7:00

Creare valore, per tutti: compagnie aeree, passeggeri e agenzie di viaggi. Anche se da quando è stato lanciato nel 2015 Ndc – New Distribution Capability ha compiuto passi da gigante, non sono pochi coloro che ancora si chiedono come cambierà la distribuzione dei prodotti aerei nei prossimi anni con la piena adozione del nuovo protocollo di Iata da parte di tutti gli attori della filiera.

«Ndc apre un’era in cui gli adv potranno prenotare la biglietteria aerea in modo più semplice, oltre a offrire ai loro clienti servizi customizzati legati ai vettori». Insomma, se la nuova tecnologia di Iata si pone come obiettivo generale quello di rafforzare le possibilità di interazione tra compagnie aeree e agenti di viaggi, in particolare i tre plus rimangono quelli dichiarati al momento del debutto: la vendita di ancillary, la possibilità di personalizzare le offerte a seconda delle preferenze dei viaggiatori e quella di offrire una connessione diretta con la distribuzione, evitando così i costi che tradizionalmente vengono associati ai global distribution system. Ma, lungi dall’essere bypassati dal nuovo protocollo, gli stessi gds stanno già facendo la loro parte per non essere scavalcati dalla rivoluzione ormai alle porte.

Così Sabre, dall’anno scorso abilitato da Iata al primo livello di Ndc e che nel 2018 passerà ai successivi 2 e 3 (si dice entro il terzo trimestre dell’anno), si sta attrezzando per sviluppare il protocollo in accordo a vettori come ad esempio American Airlines, che ha già annunciato che dal prossimo febbraio venderà l’upgrade dei posti proprio tramite la tecnologia di Sabre basata su Ndc. Livello 3 in vista anche per Amadeus, che lo raggiungerà entro il 2018 e ha scelto come partner per lo sviluppo British Airways.

Più avanti nel percorso delle certificazioni è invece l’altro gsa, Travelport, che non solo ha già raggiunto i primi due step del processo (il terzo arriverà agli inizi del 2018), ma che ha sviluppato in parallelo una soluzione che va nella stessa direzione del protocollo Iata. «Allo stato attuale ritengo Travelport Rich Content and Branding superiore a Ndc nel raggiungimento degli stessi obiettivi. Travelport Rich Content and Branding consente, infatti, alle compagnie aeree di commercializzare la loro offerta completa, con tanto di grafica e informazioni di dettaglio su specifici attributi di prodotto. Al momento sono circa 230 compagnie aeree già live su Travelport Rich Content and Branding. Inoltre, Travelport si connette già a più di 20 aerolinee tramite Api, inclusi i vettori low cost come Ryanair, easyJet, Air Asia e Indigo, tutte e quattro prenotabili dal nostro sistema», dice Damiano Sabatino, vp and managing director, South Europe and North Africa di ‎Travelport.

Ma sulla strada che porterà alla completa adozione di Ndc dal mondo della distribuzione, anche le compagnie aeree continuano a giocare le loro carte. Tanto che dopo l’ormai famosa surcharge di 16 euro introdotta dal Gruppo Lufthansa quasi due anni fa sulle prenotazioni via gds, dall’inizio di novembre è stato il turno di British Airways e Iberia (19 euro). Mentre da aprile toccherà a Air France-Klm, con una fee di 11 euro per un biglietto di andata e ritorno.

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