Protesta per il ddl concessioni: “Mani straniere sulle spiagge”

31 Gennaio 14:41 2017 Stampa questo articolo

Assobalneari Italia (Federturismo Confindustria) ha bocciato il disegno di legge del governo sulle concessioni balneari, poiché non c’è stata una consultazione del settore che era stata promessa dall’esecutivo. Nella dura nota stampa, che rigetta i contenuti del provvedimento, contestato il metodo e la sostanza: “La bozza non ci è stata consegnata, come era stato promesso. I contenuti sono stati enunciati per sommi capi negli ultimi due incontri al ministero per gli Affari regionali durante i quali l’associazione ha sostenuto con fermezza la richiesta di una proroga di trent’anni, come approvata dai Paesi iberici a tutela delle loro imprese”.

E ancora: “Vogliamo ricordare a tutti che, prima di giungere a quest’ultimo tavolo ministeriale, le soluzioni dibattute dai vari esponenti del governo sono state svariate: dalla sdemanializzazione alla vendita delle aree sulle quali insistono le strutture, al cosiddetto “Doppio binario”, che si sono rivelate solo chiacchiere per approdare infine al provvedimento di venerdì. Noi di Assobalneari Italia ci dichiariamo fortemente preoccupati. Siamo indignati e totalmente insoddisfatti – prosegue  la nota – per il trattamento che ci viene riservato da chi ha approvato questo disegno di legge che, in modo inequivocabile, manda all’evidenza pubblica 30mila piccole e medie imprese con il suo enunciato iniziale nel rispetto di norme europee non pertinenti con la nostra realtà imprenditoriale”.

Assobalneari Italia ritiene che questo provvedimento, appreso attraverso le organizzazioni con sede a Bruxelles, e non segnalato da alcun parlamentare europeo, è ancora sconosciuto alla stragrande maggioranza dei parlamentari italiani.

“Non comprendiamo  perché – conclude lil comunicato – in Italia dobbiamo sottostare a diktat europei che gli altri Paesi nostri competitor non hanno neppure considerato, anche alla luce del fatto che il nostro Stato non conosce la reale consistenza del Demanio marittimo. Si potrebbe perciò ipotizzare che ci siano appetiti, soprattutto da parte di importanti gruppi stranieri, a volersi impossessare dei nostri litorali e del sistema balneare italiano, che gli altri ci invidiano cercando di imitarlo. Nel provvedimento appena licenziato dal governo troviamo anche principi nostrani su cui non ci possiamo trovare d’accordo: viene data alle singole Regioni la prerogativa di decidere il periodo di durata delle concessioni creando cosí disparità di trattamento e imprese di serie A e di serie B, indipendentemente dalle capacità degli imprenditori. Ci chiediamo come si possa partorire una norma cosí deleteria che potrà solo danneggiare la qualità dei servizi offerti, anche a discapito dell’intero sistema turistico nazionale. Davanti a questa situazione non rimangono che due prospettive: la prima che questa legislatura termini prima che il provvedimento venga approvato per affrontare nuovamente la questione con un altro governo che sostenga la fuoriuscita dalla Bolkestein; la seconda che il Parlamento apporti sostanziali modifiche”.

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