Ponte del 2 giugno, tredici milioni di italiani in viaggio

Ponte del 2 giugno, tredici milioni di italiani in viaggio
27 Maggio 11:56 2022 Stampa questo articolo

Saranno circa 13 milioni gli italiani in viaggio per il ponte del 2 giugno – la maggioranza dei quali (87,4%) sceglierà di restare in Italia – per un giro d’affari di oltre 5 miliardi di euro.

L’indagine previsionale di Federalberghi realizzata con il supporto di Acs Marketing Solutions fotografa numeri record per il movimento turistico degli italiani in occasione della festa della Repubblica.

Mare, montagna, parchi, città d’arte e bellezze naturali le destinazioni prescelte, il più vicino possibile alla propria regione di appartenenza. Per il 12,6% che andrà invece all’estero, le soluzioni preferite sono le capitali europee e le crociere.

«Dopo il periodo drammatico della pandemia, con l’angoscia del conflitto in Ucraina, la nostra gente ora ha voglia di evadere, di lasciarsi alle spalle la cupezza e il pessimismo che la diffusione del Covid 19 aveva generato negli animi di tutti – commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – L’abbattimento seppure parziale delle restrizioni dettate dal governo a causa della pandemia, rappresenta metaforicamente la caduta di un muro: quello dell’incertezza, della paura, dell’incognita. Ora si ha davvero la sensazione di poter riassaporare una vacanza con spensieratezza, o quanto meno una vacanza che abbia lo scopo terapeutico di riparare i danni causati dai lunghi e gravosi periodi di lockdown e sappia tenere lontana anche per poco la spirale delle preoccupazioni».

L’INDAGINE. Nel dettaglio, saranno 12,67 milioni gli italiani che approfitteranno del ponte del 2 giugno per un primo assaggio di vacanze estive, dormendo almeno una notte fuori casa. La stragrande maggioranza, pari all’87,4% rimarrà in Italia, mentre il 12,6% andrà all’estero.

A vincere saranno le località marine: Il 44,5% sceglierà il mare, il 21,3% preferirà le città d’arte maggiori e minori, l’8,8% andrà in località di montagna. Un 5,4% ne approfitterà per una pausa in una località lacuale e un 2,8% prediligerà una località termale e del benessere.

Per gli alloggi, il 31,2% sceglie la casa di parenti o amici. Seguono le strutture alberghiere con il 23% delle preferenze, la casa di proprietà con il 15,2%, i bed & breakfast con il 14,8% e l’appartamento in affitto con il 3,8%.

La spesa media pro-capite, comprensiva di viaggio, alloggio, ristorazione e divertimenti, si attesterà sui 447 euro, di cui 389 per chi rimarrà in Italia e 856 per chi andrà oltre confine.

La permanenza media è 3,9 notti e ciò determinerà un giro d’affari turistico di circa 5,67 miliardi di euro. La gran parte della spesa dei viaggiatori sarà destinata ai pasti (28,8%). Il viaggio e l’alloggio assorbono il 19,9% e il 16,7% del budget, mentre allo shopping sarà destinato il 17,3%.

Quanto alle motivazioni, prevale la ricerca di riposo e relax (70,5%), seguita dal divertimento (40%). Il 23,9% degli italiani approfitterà di questa occasione per raggiungere la famiglia. Altri motivi che orientano la scelta della vacanza sono l’abitudine (22,5%) e la scoperta di posti nuovi (12,4%).

Attività predilette della vacanza saranno passeggiate (53,4%), escursioni e gite (37,3%), visita a monumenti (16,2%) e a musei o mostre (16,1%).

Tra chi invece non andrà in vacanza, il 34,1% ha rivelato di non partire per motivi economici; il 24,6% per motivi familiari e un altro 19,4% perché intende organizzare un viaggio in altro periodo.

«I nostri concittadini dimostrano sempre più di avere tanta voglia d’Italia; a vincere sarà il turismo di prossimità: non solo si resterà nel proprio Paese, ma anche in località vicine alla propria regione di appartenenza – aggiunge Bocca – Leggo questo approccio come una nuova tendenza: ciò che è più facilmente accessibile è anche maggiormente godibile. Un concetto semplice di cui si era in parte perso il valore negli anni pre-pandemici. L’albergo torna ad essere visto come un porto sicuro, anche grazie allo scrupolo e alla meticolosità con cui nelle nostre imprese abbiamo applicato i protocolli sanitari. A sceglierlo sarà il 23% degli intervistati, al secondo posto rispetto alla casa di parenti o amici al 31,2%».

La paura del contagio passa in secondo piano e «questo è il segno che siamo sulla via della guarigione in tutti i sensi, e che il panico causato dalla pandemia anche a livello psicologico probabilmente sta rientrando del tutto – dice il presidente di Federalberghi – Resta il dramma di coloro che non partiranno per problemi economici. L’impegno deve essere ecumenico. Noi faremo la nostra parte, ma politica e istituzioni dovranno tenere conto del fatto che la vacanza è un bene primario per tutti».

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