Pnrr, hotel versus agenzie:
due pesi e due misure

Pnrr, hotel versus agenzie: <br>due pesi e due misure
28 Ottobre 10:38 2021 Stampa questo articolo

Gli alberghi esultano, la missione (almeno per loro) è compiuta. Il governo ha approvato il provvedimento per l’attuazione del recovery plan, con una discreta fetta – 2,4 miliardi di euro – spesa per il travel, e in particolare per l’ospitalità, con superbonus all’80% per la riqualificazione delle strutture e fondi perduti.

Diversa la situazione di agenzie di viaggi e t.o., penalizzati nella divisione della torta con il solo bonus digitalizzazione, benché beneficiari – se proprietari di strutture – dei fondi riservati all’ospitalità. Certo è che questo decreto Pnrr fa tornare a galla l’annosa dicotomia turistica: hotel versus trade. Un bipolarismo a tratti esacerbato dalla pandemia.

Immediato il commento di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che definisce il testo varato dal Consiglio dei ministri alla vigilia del G20 come «un’importante iniezione di fiducia per le imprese e i lavoratori del turismo».

Le misure previste dal decreto, afferma il numero uno degli albergatori, «offrono un importante contributo alla ripartenza, in quanto supportano la riqualificazione delle strutture ricettive, con contributi a fondo perduto e credito d’imposta, e accompagnano l’erogazione del credito, per assicurare la continuità aziendale delle imprese del settore turistico e garantire il fabbisogno di liquidità e gli investimenti».

Da Bocca, dunque, un ringraziamento al ministro del Turismo Massimo Garavaglia «per aver accolto le istanze di Federalberghi, attivando strumenti per aiutare le imprese a superare questa fase che per molti è ancora complicata e a effettuare gli investimenti necessari per competere con l’agguerrita concorrenza internazionale».

Soddisfatta anche Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi: «Gli obiettivi risultano ben centrati con misure ampie e articolate a supporto della competitività e della crescita dell’offerta alberghiera», commenta, sottolineando come resti «aperto il problema degli aiuti di Stato per il quale abbiamo scritto al premier Draghi».

Magro, si diceva, il bottino per agenzie di viaggi e tour operator, a cui al momento sono riservati 98 milioni di euro di credito di imposta per la digitalizzazione. Si tratta di un tax credit del 50% per un massimo di 25mila euro.

“Potranno essere dedotte spese – precisa il ministero – per l’acquisto e lo sviluppo di portali web, di app specialistiche, di programmi di prenotazione e vendita online, di servizi di comunicazione e marketing digitale, di spazi pubblicitari su piattaforme web specializzate, di progettazione, realizzazione e promozione digitale i proposte di offerte innovative”.
Davvero poca roba per il rilancio di un settore – il turismo organizzato – ancora piegato dalla crisi da Covid.

«Come spesso accade il turismo in Italia si definisce solo attraverso gli hotel, come strutture materiali, ma esiste un grande economia incentrata sui servizi immateriali del tour operating e delle agenzie di viaggi», commenta Ivana Jelinic, presidente di Fiavet nazionale. «Sono molto contenta per il credito di imposta all’80%  per gli alberghi italiani che avranno occasione di migliorare l’offerta, tuttavia – tiene a sottolineare – c’è ancora tutto settore economico che sta soffrendo moltissimo. Gli occupati e le imprese che lavorano nella costruzione del prodotto turistico e nella sua intermediazione hanno bisogno di ripartire e non hanno a disposizione l’offerta antecedente alla pandemia perché in molti Paesi non si può andare».

Jelinic si dice soddisfatta dei risultati raggiunti dal ministro Garavaglia, ma si augura che «a questi investimenti si aggiunga al più presto la riapertura dei confini, con nuovi corridoi, per proiettarci in una programmazione adeguata alla ripresa che ci attende».

L'Autore