Pil, turismo e la “bolla” che scoppierà in autunno

Pil, turismo e la “bolla” che scoppierà in autunno
01 Agosto 11:03 2022 Stampa questo articolo

Pil in crescita oltre le attese, nonostante guerra e Covid, e grazie soprattutto al turismo, ma già in autunno la “bolla” potrebbe esplodere. Gli ultimi dati aggiornati arrivano dall’Eurostat, secondo cui il vecchio continente (eurozona) ha registrato nel secondo trimestre del 2022 un incremento dello 0,7%. «Meglio del previsto», ha subito commentato in un tweet il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni. «Bene in particolare Italia e Spagna», ha sottolineato, ricordando come «non siamo in recessione», seppur resti «l’incertezza per i prossimi mesi» e l’inflazione si mantenga «a livelli record». 

E se la crescita è una «buona notizia», ha detto ancora Gentiloni, davanti all’incertezza che «rimane alta, dobbiamo mantenere l’unità ed essere pronti a rispondere a una situazione in evoluzione, se necessario.

Nel primo trimestre del 2022 il Pil era cresciuto dello 0,5% nell’area euro e dello 0,6% nell’Ue. Tra i Paesi per i quali sono disponibili i dati del secondo trimestre 2022, la Svezia (+1,4%) ha registrato l’aumento più elevato, seguita da Spagna (+1,1%) e Italia (+1%), laddove la previsione era a malapena dello 0,3%. I cali maggiori sono stati in Lettonia (-1,4%), Lituania (-0,4%) e Portogallo (-0,2%).

A spingere l’economia del nostro Paese l’industria dei viaggi. A ribadirlo è il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, oramai (come tutti) in campagna elettorale in vista delle prossime elezioni. «Il turismo traina il Pil: lo aveva detto il Fondo monetario, lo ribadisce l’Istat. La conferma di come il settore sia tra i più brillanti a stimolo della crescita viene dall’analisi dell’andamento del Pil negli altri Paesi con più o meno vocazione turistica», commenta in una nota.

Secondo il leghista, «i dati del prossimo trimestre per l’Italia saranno ancora più positivi. Non foss’altro perché la stagione estiva 2022 verrà ricordata come la migliore di sempre: sopra i livelli del 2019».

In questo quadro, all’apparenza brillante, permangono i rischi di recessione. L’inflazione ha raggiunto un nuovo massimo dell’8,9% nell’anno fino a luglio, in aumento dall’8,6% di giugno, con maggiori probabilità che l’aumento dei tassi di interesse, insieme alla guerra in Ucraina, possano appesantire la crescita nella seconda metà dell’anno.

Per Andrew Kenningham, economista di Capital Economics, «la notizia che l‘inflazione sia stata ancora una volta più alta del previsto evidenzia che l’economia sta attraversando un periodo molto difficile. Ci aspettiamo che una recessione inizi entro la fine dell’anno».

Così, mentre si celebra il ritorno degli stranieri in Italia, si intercettano nel contempo i segnali di una contrazione della domanda interna, che sarà ancor più evidente a fine anno, quando l’effetto “revenge spending” post restrizioni si sarà esaurito e la “bolla” di questa estate 2022 sarà esplosa.

Stando a Confesercenti, comunque, già nel trimestre estivo, a conti fatti, i consumi delle famiglie italiane caleranno di 800 milioni di euro rispetto all’estate scorsa. E senza un rallentamento dell’inflazione, in autunno si conterà un perdita di -2,1 miliardi di euro di consumi concentrata nell’ultimo trimestre dell’anno.

I  tutti i modi quel +1 di Pil guadagnato dall’Italia, grazie al traino delle riaperture al turismo, fa sorridere la travel industry e le istituzioni e le associazioni ad essa correlate. “Continua a ridursi la distanza con le performance registrate nel 2019”, commenta Confindustria Alberghi, che sottolinea come, a partire da aprile, i turisti siano tornati dopo il periodo buio del Covid. “I segnali positivi – prosegue – si sono via via rafforzati, tanto che per il bimestre giugno-luglio si registra il 62% di strutture ad aver raggiunto i livelli pre pandemia e il 47% circa che addirittura vede risultati migliori rispetto al bimestre giugno-luglio 2019 (+7%)”.

Al momento, prosegue l’associazione degli albergatori, “le prenotazioni di agosto segnano mediamente dei risultati superiori rispetto allo stesso periodo 2019 grazie all’aumento degli stranieri (+1,2%), mentre quelle degli italiani risultano allineate a quelle del 2019 (+0,1%)”.

Riguardo a settembre, poi, al netto dei margini di incertezza, “restano segnali positivi dal mercato statunitense, grazie alla forza del dollaro sull’euro”. Bene in particolare l’incoming up level, con le strutture lusso in crescita del 5% a giugno-luglio e del +6,2% ad agosto. Più stranieri soprattutto nelle città d’arte con Firenze e Venezia rispettivamente al +7% e al +3% ad agosto, mentre Roma resta lieve sofferenza con -1,5% rispetto ad agosto 2019.

Buoni risultati per il mare, ovviamente, con una maggiore componente del turismo domestico, ma dove comunque è aumentata la presenza di viaggiatori stranieri: nel mese di agosto -0,7% gli italiani e +1,1% per gli stranieri 

«È un quadro finalmente positivo quello che stiamo registrando ora e che speriamo possa confermarsi anche dopo l’estate. Il ritorno dei viaggiatori internazionali è un segnale importante, visti gli effetti sul Pil e sulla bilancia dei pagamenti. Da settembre avrà un’enorme rilevanza il quadro sanitario e socio economico, ma la situazione più difficile è quella relativa ai prezzi di energia e materie prime che si scaricano pesantemente sulle nostre strutture. Dobbiamo attendere la fine dell’anno per tirare le somme», conclude Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi.

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