Patanè porta a casa un t.o. E avvia il rebranding degli hotel

26 Luglio 14:15 2018 Stampa questo articolo

Dalla sede di Confcommercio, nel cuore romano di Trastevere, Luca Patanè mette fine ai rumors. La sua Uvet proseguirà nella campagna acquisti, annunciando nei prossimi giorni il colpo dell’estate 2018. E se lo scorso anno luglio si era chiuso “per aria” con l’affare Blue Panorama, stavolta il Gruppo milanese resterà “con i piedi per terra”.

Ci dà qualche anticipazione, presidente?
«Si tratta di un tour operator di piccole dimensioni e la firma per l’acquisizione è prevista il 31 luglio. La notizia sarà ufficializzata con un comunicato stampa, senza bisogno di convocare conferenze. Siamo a ridosso delle vacanze».

E sul fronte network, c’è qualcosa in ballo?
«Se ne parla, ma per ora nulla di concreto. Piuttosto a settembre faremo un altro annuncio…».

Ovvero?
«Prenderemo in gestione due nuovi resort: uno alle Maldive e l’altro a Zanzibar. Lo faremo attraverso la nostra società di gestione alberghiera, che oggi si chiama UHC, Uvet Hotel Company, e che presto cambierà nome».

Quando partirà il rebranding?
«A settembre. Abbiamo trovato finalmente un brand efficace, che mi piace molto. Ne parleremo dopo l’estate, nell’ambito di un evento-conferenza. Sotto il nuovo cappello ci saranno tutte le nostre strutture alberghiere, comprese quelle Settemari, ma anche il Santo Stefano Resort in Sardegna e il nostro hotel di proprietà, il Berna di Milano. E, chissà, poi cambierò anche il nome a Blue Panorama».

La ribattezzerà Alitalia? Del resto ora si parla di un partner italiano…
«Non credo proprio. Mi metterei in un guaio e non mi va. Ho uno spiccato senso del limite: riesco a gestire quello che realisticamente riesco a fare. Con i manager giusti e le persone giuste. Quello che fa la differenza è proprio il management».

Il capitale umano…
«Noi in Uvet abbiamo un’armata invincibile. Tutte persone molto capaci, che hanno spazio anche per essere in disaccordo. Il dissenso è determinante: bisogna saperlo ascoltare».

Come si afferma, invece, la leadership?
«Senza forzature. È un equilibrio che si crea con naturalezza quando i numeri ti danno ragione».

Sempre sul fronte dei lavoratori, ha appena introdotto un piano di welfare.
«Sì. E spero di aver tracciato una linea per tutti nel nostro settore. Già anni fa ero, peraltro, un fautore del lavoro da casa: quello che ora si chiama smart working. Ho trovato difficoltà per i paletti imposti dei sindacati, che spesso in Italia frenano le evoluzioni del mercato. Ora in azienda ho un’ottantina di dipendenti che lo fanno. Se c’è coscienza da parte del lavoratore, è una formula efficace. Più in generale, nella mia azienda il merito viene sempre premiato».

Ultima domanda: cos’è successo in Cina a Blue Panorama?
«I cinque voli annunciati da Bologna sono diventati due perché i cinesi non ci hanno dato le autorizzazioni. Tutta colpa di una politica protezionistica degli aeroporti che osteggia le compagnie di altri Paesi, dando la precedenza a quelle cinesi, che nel frattempo hanno colonizzato l’Italia. Uno squilibrio, questo, che le nostre autorità competenti avrebbero potuto evitare».

L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

Guarda altri articoli