Pacchetti di esperienze, la scommessa di Fico Eataly World

by Claudia Ceci | 4 Marzo 2020 13:11

Dal divertimento all’agroalimentare. Fabrizio Mina, con un passato nei parchi a tema, come Gardaland, da gennaio 2020 è il direttore commerciale di Fico Eataly World, a Bologna.

Una figura nuova per il parco del cibo…
«A ottobre 2019 sono iniziati i contatti con Fico Eataly World e da gennaio è partito l’incarico, che per me è una sfida importante occupandomi insieme allo staff di politiche commerciali, trade, gruppi e didattica. Ci interfacciamo quindi giornalmente con bus operator, agenzie di viaggi online e con tutto il mondo dell’incoming».

Chi è il pubblico di Fico?
«Al momento si divide tra un 50% di italiani e il restante di stranieri. I numeri degli arrivi sono senz’altro positivi e in linea con incremento in area Bologna. Il nuovo assetto dell’ufficio vendite permetterà di costruire nuovi rapporti commerciali e migliorare i numeri».

In che modo?
«Se finora gli arrivi sono stati organizzati e strutturati generando numeri importanti per il turismo scolastico e quello sociale, dall’inizio dell’anno stiamo lavorando sul b2b implementando con diversi partner un calendario di partenze in bus per fare visite in giornata. L’idea è proprio questa: proporre in agenzia il pacchetto bus+esperienza e lasciando ad ogni partecipante scegliere quella più adatta, dal tour generale del Parco al laboratorio mani in pasta, dal corso di degustazione vino o birra al tour delle fabbriche produttive».

Obiettivi per il 2020?
«Innanzitutto fare corretta informazione su Fico Eataly World, con la possibilità di far fare esperienze di valore. Infatti il nostro valore aggiunto è che soltanto qui c’è tutta la filiera: per esempio, dagli orti o dalle fattorie alla lavorazione nelle fabbriche dove si produce fino al piatto finito che si può gustare in uno degli oltre 40 punti di ristorazione. Il nostro claim è proprio “Succede solo a Fico”. Vogliamo coinvolgere il visitatore con tour per fare conoscere il parco, corsi, eventi e iniziative.
L’appeal sul mercato estero e sugli operatori incoming e dmc italiani è enorme, perché trovano l’eccellenza del made in Italy in un unico posto. Emilia e Romagna non balneare stanno già crescendo come numero di arrivi e noi vogliamo essere sempre più protagonisti di questa crescita».

Protagonista è anche la didattica…
«Tra i nostri fiori all’occhiello, i progetti didattici basati su ecosostenibilità, biodiversità ed educazione alimentare. Nel corso del 2019 abbiamo raggiunto e superato il numero di 100mila studenti in visita a Fico dall’apertura, nel novembre 2017. Ma non arrivano solo studenti per i nostri laboratori».

E chi sono gli altri ospiti?
«Nord America e Nord Europa costituiscono punti di origine di assoluto rilievo mentre il turista asiatico risulta il più affezionato ai laboratori didattici di pizza making o gelato; si dedicano a queste attività di team building e mangiano la pizza che hanno preparato. Proprio su Giappone e Sud Corea stiamo incentivando il nostro lavoro mentre riguardo alla Cina la frenata iniziale per le note motivazioni sanitarie oggi è diventata una fermata. Il nuovo scenario impone un ripensamento dei flussi ma nutriamo una grande fiducia soprattutto nel mercato interno dei gruppi italiani dal quale siamo pronti a ripartire con slancio».

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