Ostello Bello debutta nei viaggi: prima tappa Myanmar

31 Maggio 11:09 2019 Stampa questo articolo

Ai frequentatori milanesi i due indirizzi di via Medici (Ostello Bello) e via Lepetit (Ostello Bello Grande) sono familiari, anche per eventi e incontri. Ma ora la catena milanese di ostelli ha deciso di debuttare anche nel travel, anche se in maniera particolare.

Ostello Bello punta sulla rete di strutture al momento esistenti e organizza il Myanmar Pass, ovvero il primo di una serie di viaggi con cui portare la propria community a visitare il Paese in cui al momento hanno sede i quattro ostelli esteri del gruppo.

“NON È UN VIAGGIO ORGANIZZATO”. Per la prima volta, dunque, Ostello Bello organizza un viaggio accompagnando due gruppi di partecipanti in un tour di dodici giorni che toccherà Yangon, Mandalay, Bagan e Inle Lake, usando come base le case di Ostello Bello.

Due le partenze, dal 25 luglio al 6 agosto il primo e dall’8 al 20 agosto il secondo, a un prezzo di 699 euro (voli esclusi) che comprende spostamenti interni e soggiorni, drink in omaggio, tasse, cibo, escursioni e intrattenimenti.

Il ritrovo sarà alla Shwedagon Pagoda di Yangon, dove il gruppo si formerà, per poi spostarsi a Mandalay. Dopo alcuni giorni, si ripartirà alla volta di Bagan con la sua Valle dei templi per completare il viaggio nell’area di Inle Lake. Il tutto, accompagnati dallo staff di Ostello Bello.

Il gruppo precisa sul proprio sito che “non si tratta di un viaggio organizzato”, e lo fa in merito al discorso sull’assicurazione, che ciascun partecipante potrà effettuare in autonomia, come pure l’acquisto online del visto. Prenotazioni e organizzazione vengono gestite direttamente dal travel desk aziendale.

ESPERIENZA LOCALE. L’obiettivo è quello di trasferire in viaggio la filosofia del gruppo e puntare sull’esperienza locale come appeal per i potenziali viaggiatori. «La filosofia di viaggio di Ostello Bello è diversa da quella dei tour organizzati e delle vacanze-safari: questa nuova serie di viaggi vuole regalare a chi la vivrà con noi non solo la conoscenza dei luoghi del Myanmar che amiamo di più, ma l’esperienza e il valore dell’essere viaggiatori, non turisti, per assaporare al meglio le bellezze e le ricchezze dei paesi che ci ospitano ed entrare davvero in contatto con persone, usanze, culture e modi di vivere», spiega l’amministratore delegato di Ostello Bello, Carlo dalla Chiesa.

Come funziona nel dettaglio e quali saranno i prossimi progetti in cantiere? Lo abbiamo chiesto a Carlo dalla Chiesa: «Il Myanmar Pass è un pass che permette al viaggiatore di godere, nell’arco di 12 giorni, di una varietà di servizi “hand picked” da Ostello Bello. La strutturazione e attivazione del pass è gestita internamente, in Myanmar il travel desk di Ostello Bello ha sviluppato negli anni un’esperienza e delle relazioni umane tali da permetterci di offrire esperienze uniche ai nostri viaggiatori. I voli da e per l’Italia non sono inclusi nel pass, lasciando libertà al singolo viaggiatore», spiega ancora Carlo dalla Chiesa.

In merito a come verrà veicolata e comunicata la proposta, il manager spiega che «stiamo raccontando questa nuova avventura in maniera diretta con eventi, passaparola e affissione di cartelli in ostello, nonché tramite i nostri canali social (Facebook e Instagram) e con una pagina dedicata sul nostro sito».

PROGETTI IN CANTIERE. Oltre alle due strutture milanesi e a quelle in Myanmar, Ostello Bello ne conta una a Como, una a Bevagna nel cuore dell’Umbria e presto ne arriverà una nel centro storico di Palermo. Si potrebbe ipotizzare che il modello del viaggio birmano possa venire replicato altrove, ma ancora non ci sono aggiornamenti concreti: «Questo è il primo di una serie di viaggi ed esperienze che vorremmo in futuro portare anche in altri luoghi, tra Italia e Europa, per accompagnare i viaggiatori a visitare Paesi dove non siamo presenti ma che conosciamo profondamente», racconta l’ad.

E in merito ai nuovi progetti del Gruppo, anticipa che «stiamo lavorando per nuove aperture, ma siamo un po’ scaramantici e preferiamo non dire nulla finché non si conclude il processo».

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Mariangela Traficante
Mariangela Traficante

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