Ora la Thailandia punta al traguardo dei 300mila italiani

by Adriana De Santis | 21 Febbraio 2020 7:00

Il mare lontano, amatissimo dai connazionali, premia ancora la Thailandia, «seconda scelta degli italiani per le vacanze sul lungo raggio», attesta Malinee Nitikasetsunthorn, dal 3 febbraio direttrice dell’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese, presente in Bit come primo atto ufficiale del suo mandato quadriennale. «Dopo i 263.515 del 2018, di cui 63% repeaters, stimiamo gli arrivi dall’Italia nel 2019 a quota 285mila, nonostante un leggero decremento del 2% dovuto a un deciso aumento del costo medio della vita, causato dal forte apprezzamento della moneta thailandese. Il nostro flusso turistico ha segnato una permanenza media superiore ai 15 giorni e generato un revenue di 470 milioni di euro circa».

Ma si lavora per realizzare l’obiettivo 2021, ovvero toccare il traguardo di 300mila arrivi italiani. Quest’anno, vista la situazione d’incertezza legata agli sviluppi del coronavirus, il Paese attende il momento opportuno per ripartire con la strategia 2020, già impostata con campagne di comunicazione e di comarketing con t.o. e linee aeree, pianificazione per viaggi stampa e con blogger e influencer. Focus della promozione il turismo di qualità, spalmato su viaggi di nozze (un settore che non conosce crisi), golf e mice. Senza dimenticare le attività rivolte al segmento sempre più forte delle famiglie e, soprattutto, al mercato Lgbt, in crescita da due anni e concentrato su lifestyle e lusso, che ha nella Thailandia una delle destinazioni più gay friendly in assoluto.

Maggiore evidenza avrà, poi, il turismo gastronomico, con suggestioni da rooftop mozzafiato, ristoranti stellati Michelin e street food, quest’ultimo una tradizione parte integrante dello stile di vita locale, che a Bangkok viene proposto anche su bus di lusso mentre si fa un tour nella capitale.

Per tornare a crescere, infine, si passerà anche attraverso il nuovo protagonismo di località meno conosciute. Nuove mete d’interesse nei dintorni dei grandi centri argineranno il fenomeno dell’overtourism. Ad esempio da Bangkok al sito Unesco Si Ayutthaya o alla foresta di Kanchanaburi; da Chiang Mai a Chiang Rai, al parco con elefanti di Lampang o ai templi di Mae Hong Son, sogno di natura quasi al confine con il Myanmar. O da Ko Samui al Nakhon Si Thammarat, con alternativa a Surat Thani e ai vicinissimi parchi nazionali di Khao Sok o di Si Phang-nga.

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