Omicron, impatto sui viaggi: indagine Assoturismo-Cst

Omicron, impatto sui viaggi: indagine Assoturismo-Cst
20 Dicembre 10:44 2021 Stampa questo articolo

Batosta Omicron sul travel italiano con nuovi paletti ai viaggi e altre restrizioni in arrivo. In un baleno l’industria turistica è passata dalle “stelle dei corridoi” alle stalle del tampone per tutti al rientro dall’Ue.

Grande lo stato di incertezza, tale, secondo Assoturismo-Cst, da lasciare vuote sei camere su 10. E se per ora il fenomeno delle cancellazioni appare circoscritto, si segnala un forte rallentamento delle nuove richieste di servizi, soprattutto da parte degli stranieri, con un tasso di occupazione medio delle camere di solo al 40%.

Ma vediamo più nel dettaglio l’indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo Confesercenti, su un campione di 1.332 imprenditori della ricettività.

PERNOTTAMENTI SOTTOTONO. In genere le festività natalizie 2021/2022 saranno meno drammatiche sul fronte turistico di quelle precedenti, condizionate da restrizioni e lockdown di Capodanno, ma i risultati saranno comunque deludenti rispetto alle attese iniziali. Si stima che saranno circa 14,6 milioni i pernottamenti nelle strutture ricettive italiane durante le feste, contro 17 milioni del pre pandemia.

NATALE DOMESTICO. Di gran lunga più ampia la domanda italiana (85%), mentre le presenze degli stranieri rimangono al palo, con un totale di circa 2,2 milioni di pernottamenti, concentrati soprattutto nelle città d’arte e in montagna, in particolare nelle strutture alberghiere a 4/5 stelle. Il flusso nei giorni del Natale sarà il 25% di quello dell’intero periodo; tra Capodanno e l’Epifania si registrerà il rimanente 75%.

VINCE LA MONTAGNA. Trend simile per le strutture alberghiere ed extralberghiere, con un tasso di occupazione rispettivamente del 40,6% e del 39,4%. Prospettive migliori per le aree di montagna con un’occupazione al 60%, circa 20 punti sopra la media nazionale. Sopra la media anche le città d’arte e le aree termali, intorno al 49,6% e al 46%. Bene i laghi al 40,6%.

IL SUD SOFFRE DI PIÙ. L’occupazione media delle strutture del nord-ovest è stimata al 42,9%, mentre per il nord-est si fermerebbe al 39,8%. Un certo dinamismo del mercato è atteso anche per le strutture del centro, per le quali si stima una saturazione media del 41,7%, a differenza di sud e isole ferme, causa stagionalità, al 30,1%.

«Dopo un’estate e un autunno positivi, l’inverno ha portato purtroppo una netta inversione di tendenza. La ripresa dei contagi in Europa, specie nei mercati tradizionalmente forti dell’Italia, ha avuto un impatto pesantissimo sulla domanda estera, cancellando circa 1 milione di pernottamenti. E l’ombra delle restrizioni sta rallentando anche la domanda italiana, nonostante il nostro Paese sia, allo stato attuale, una delle mete più sicure del mondo», commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti.

«Tra cancellazioni e rallentamento delle prenotazioni, tutti i comparti, dalle agenzie di viaggio agli alberghi, dai servizi turistici alle guide, stanno tornando in sofferenza. Sarà necessario – conclude – intervenire, rinnovando e prolungando i sostegni alle imprese e le tutele per i lavoratori».

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