Obama testimonial del travel
al Wttc Global Summit 2019

04 Aprile 08:58 2019 Stampa questo articolo

Mai sopra le righe (solo un accenno alla situazione politica americana attuale: «Va tutto bene, del resto non c’è nessuno scandalo in corso», con conseguenti risate della platea), e un tono di voce capace di catturare come se niente fosse l’attenzione di 1.500 persone, il keynote speech di Barack Obama, dal palco del Wttc Global Summit 2019 di Siviglia, ha lasciato l’amaro in bocca a chi si aspettava qualche “fuoco d’artificio” in tema di travel.

«Viaggiare ci ricorda che non siamo isolati gli uni dagli altri, la creazione di muri, veri e metaforici, e di frontiere danno luogo solo a conflitti e difficoltà. Per questo bisogna sempre ricordare a chi governa i benefici e i vantaggi, anche economici che si possono trarre dal turismo», è stata la posizione più netta assunta dall’ex presidente degli Stati Uniti, che ha fatto l’esempio di Cina e Brasile come Paesi che si stanno adoperando per facilitare la circolazione delle persone, soprattuto in materia di visti turistici.

Eppure, durante i due mandati della sua amministrazione dal 2009 al 2017, Obama si era contraddistinto come uno dei presidenti a stelle e strisce più attivo in campo turistico, ideando il Travel Promotion Act (e dando così vita a Brand Usa, l’ente pubblico-privato destinato a promuovere gli Stati Uniti sui mercati esteri) e inserendo numerosi Paesi (tra cui l’Italia) nel visa waiver program. Come conseguenza, il numero di visitatori stranieri che avevano viaggiato negli Usa tra il 2009 e il 2016 erano aumentati del 40%, mentre all’interno degli States i posti di lavoro creati dalla travel industry nello stesso periodo erano arrivati a toccare quota 972.000.

A Siviglia, invece, nessun accenno è stato fatto ai temi turistici più caldi del momento. Piuttosto, non è mancata una critica al populismo imperante al di qua e al di là dell’Atlantico («si tratta di derive pericolose, io credo nelle forza di unire le persone, non di separarle», ha sottolineato accennando alla Brexit) e un invito ai giovani a cambiare il mondo («Lo vedo con le mie figlie, sono più idealiste di noi e naturalmente aperte verso le altre culture»).

In compenso, dopo avere eletto il viaggio in Italia per incontrare il Papa il più bello della sua presidenza, Obama ha dichiarato il suo amore per l’America Latina, dove vuole recarsi nei prossimi anni. «Rio de Janeiro, Bahia, l’Argentina, la Patagonia, sono tutti luoghi che amo particolarmente».

Peccato però, che per andarci non potrà più usare l’Air Force One, ma “normali” compagnie commerciali. «Agli inizi faticavo ad abituarmi all’idea, troppe code, troppe file di sedili», ha concluso. Ma era uno scherzo.

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Giorgio Maggi
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