Norwegian Cruise Line torna in Turchia nel 2019

22 Febbraio 15:22 2019 Stampa questo articolo

Il ceo di Norwegian Cruise Line Holdings, Frank Del Rio, ha annunciato a Travel Weekly che l’azienda tornerà quest’anno nel Mediterraneo orientale. Dopo aver abbandonato l’area nel 2016 per l’allerta terrorismo e l’instabilità politica in Turchia, Ncl ha programmato 12 partenze quest’anno e ne ha altre 20 in calendario per il 2020.

«Le 12 partenze del 2019 sono più richieste e hanno anche prezzi più elevati rispetto agli itinerari simili che non includono però la Turchia», ha dichiarato Del rio, che ha aggiunto in una conference call con gli investitori sul fatturato 2018, come sia proprio la Turchia la chiave della crociera.

«Il fatto che il cliente nordamericano, che è quello che prenota la maggior parte delle nostre crociere nel Mediterraneo orientale, sembra volervi fare ritorno ed è disposto anche a pagare un prezzo premium promette molto bene per il 2020 – ha aggiunto – L’unico rischio è che gli itinerari devono essere sviluppati e venduti da 18 a 24 mesi prima della partenza».

Il ceo aggiunge che stanno tastando il terreno: «Supponendo che non ci siano altre interruzioni e ragioni per non andare nel Mediterraneo orientale, mi aspetto che aumenti anche il numero di dispiegamenti a partire dal 2020 e ancor più nel 2021». Del Rio, che ha tra le mani tutto il programma di pianificazione della holding Ncl, ha detto che quando il Mediterraneo orientale funziona, «è il migliore di tutti gli itinerari» e annunciato un 2019 al top per l’azienda, che ha dato ai gestori più margine di manovra per aumentare i prezzi.

«Stiamo spingendo i prezzi più in alto, dove possibile – ha detto Frank Del Rio – L’accento sarà posto sull’aumento dei prezzi su tutti e tre i marchi». Oltre alla Norwegian Cruise Line, la Holding gestisce Oceania Cruises e Regent Seven Seas Cruises. La società ha registrato un utile netto di 954,8 milioni di dollari nel 2018, in aumento del 25,6% rispetto ai 759,9 milioni registrati un anno prima. I ricavi sono aumentati del 13% a 6,1 miliardi di dollari.

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