Noleggiare punta al trade. Tomasi: «Più servizi alle agenzie»

by Gabriele Simmini | 20 Ottobre 2021 15:01

«Puntiamo al trade e vogliamo dare un segnale a tutto il settore per la ripartenza». Così Franco Tomasi, amministratore delegato di Noleggiare, sottolinea l’esordio dell’azienda di autonoleggio alla recente fiera di Rimini.

Un debutto che mira a stringere il rapporto con agenzie di viaggi e tour operator e che testimonia «il nostro investimento nel leisure» per la società a intero capitale italiano (Gruppo Tomasi) fondata nel 2016 che conta oltre 5mila veicoli in flotta e 40 filiali presenti su tutto il territorio nazionale.

«Stiamo chiudendo il 2021 con buoni risultati e contiamo nel definitivo rilancio per  il 2022 dove ci poniamo l’obiettivo di raggiungere un parco macchine pari a 6.500 veicoli e puntiamo sempre di più al noleggio a breve termine e a quello dei veicoli commerciali. Dal 2019 al 2021, nonostante la pandemia, abbiamo visto il fatturato crescere del 40% e ci aspettiamo un’ulteriore crescita del 25% per il prossimo anno», sottolinea l’ad.

L’impegno di Noleggiare, inoltre, si fa sempre più consistente anche rispetto alla sostenibilità.  «In collaborazione con Toyota stiamo incrementando il numero di veicoli elettrici o ibridi a disposizione dei nostri clienti arrivando fino al 15% del totale della flotta – ricorda Tomasi – In generale, però per il prossimo anno abbiamo una serie di novità importanti: il potenziamento della piattaforma di web check in per clienti e adv e una nuova app proprietaria per la gestione del noleggio in completa autonomia».

Rispetto al trade, inoltre, l’offerta di Noleggiare prevede un’area riservata del sito con assistenza in tempo reale, l’integrazione xml del booking, pricing in advanced booking per le agenzie e tariffe sempre commissionabili.

Le previsioni di Noleggiare vedono un 2022 con il leisure protagonista «fino al 70% del nostro fatturato, ma il business travel risalirà fino al 30%, nel 2019 le percentuali erano 85% lesiure e 15% business – sottolinea il manager – Mentre se nel 2019 il mercato estero contava per il 52% del totale, nel 2021 si è fermato al 35%, ma da settembre abbiamo visto un grande ritorno di tedeschi, inglese e statunitensi».

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