Ncl chiude l’esercizio 2019 con il segno più

11 Marzo 15:51 2020 Stampa questo articolo

Norwegian Cruise Line Holdings Ltd. ha comunicato i risultati finanziari del quarto trimestre e dell’intero esercizio conclusosi il 31 dicembre 2019, e ha fornito inoltre le previsioni per il primo trimestre e l’esercizio 2020. 

Su base Gaap, la compagnia ha generato un utile netto di 930,2 milioni di dollari e un utile per azione di 4,30 dollari rispetto ai 954,8 milioni di dollari e ai 4,25 dollari per azione dell’anno precedente. L’utile netto rettificato e quello per azione rettificato di Ncl sono stati rispettivamente pari a 1,1 miliardi di dollari e 5,09 dollari rispetto agli 1,1 miliardi di dollari e 4,92 dollari dello scorso anno.

I ricavi sono aumentati del 6,7%, passando dai 6,1 miliardi di dollari del 2018 a 6,5 miliardi di dollari, principalmente a causa di un incremento dei giorni di operatività e del miglioramento della politica di prezzi. Il rendimento lordo è cresciuto del 4,6%. Il rendimento netto a tassi di cambio costanti è salito del 3,6%, mentre il rendimento riportato è cresciuto del 2,9%.

Nel 2019 le spese operative relative alle crociere sono aumentate dell’8,5% rispetto al 2018, soprattutto per l’aumento dei giorni di operatività, il ricollocamento della Norwegian Joy durante il secondo trimestre del 2019 e l’incremento dei costi diretti relativi alle promozioni delle compagnie aeree. I costi lordi di crociera per giorno di operatività sono aumentati del 6,3%. Il costo netto di crociera rettificato a tassi di cambio costanti, escluse le spese di carburante per giorno di operatività, è aumentato del 6,2%, mentre quello riportato è cresciuto del 5,5%.

«Il 2020 sarebbe dovuto essere un anno eccezionale grazie all’introduzione di due delle nostre ultime navi, la Norwegian Encore e la Regent Seven Seas Splendor, che stanno già contribuendo in modo significativo al bilancio dell’azienda», ha dichiarato Mark A. Kempa, executive vice president e chief financial officer di Norwegian Cruise Line Holdings Ltd.

Ma l’avvento del coronavirus ha modificato i piani dell’azienda che ha messo in atto proattivamente diverse misure preventive per ridurre la potenziale esposizione e trasmissione del Covid-19 e tutelare la salute, la sicurezza e il benessere degli ospiti e dell’equipaggio.

Tali misure includono il miglioramento dei protocolli sanitari pre-imbarco e a bordo, nettamente più specifici delle procedure operative standard. Gli ospiti o i membri dell’equipaggio che si sono recati in Cina, a Hong Kong o a Macao negli ultimi 30 giorni, indipendentemente dalla nazionalità, non sono ammessi a bordo delle navi della compagnia. Alcuni itinerari sono stati modificati e l’azienda dispone della flessibilità necessaria per apportare ulteriori variazioni alle crociere, se necessario.

Al fine di operare con la massima cautela e vista l’impossibilità di garantire in ogni caso l’ingresso e l’ormeggio nelle varie destinazioni portuali asiatiche, la compagnia ha scelto di agire con prudenza e cancellare tutte le crociere in Asia a bordo delle navi dei tre marchi. In totale sono stati annullati o modificati 40 viaggi, tra cui 24 crociere Norwegian Cruise Line, 10 Oceania Cruises e 6 Regent Seven Seas Cruises. In seguito a tali modifiche, le navi non viaggeranno in Asia fino alla fine del terzo trimestre 2020.

Al momento si prevede che l’impatto diretto noto sull’utile per azione rettificato dell’intero esercizio 2020 sarà di circa 0,75 dollari e tale importo sarà escluso dalle previsioni per il primo trimestre e per l’intero esercizio 2020. Questo effetto diretto include principalmente il risarcimento dell’incentivo per i clienti e la cancellazione, la modificazione o la variazione di itinerario di 40 crociere in Asia orientale dei tre marchi della compagnia. Ciò comprende la cancellazione di 21 crociere in Asia a bordo della Norwegian Spirit, che verrà ricollocata in Mediterraneo orientale nell’estate 2020 con un periodo di prenotazione estremamente ridotto.

Vista la mutevolezza e l’incertezza relative alla durata e alla portata dell’epidemia, la compagnia non è ancora in grado di quantificare pienamente gli effetti di fattori negativi di più ampio spettro sull’attività aziendale, derivanti dalla riduzione della domanda nel settore dei viaggi e del turismo a livello internazionale. I risultati finanziari potrebbero subire effetti di natura materiale, qualora le restrizioni di viaggio e le preoccupazioni legate al virus dovessero persistere per un lungo periodo.

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