Milani, Fto: «Il governo vari un decreto per il turismo»

08 Luglio 11:45 2020 Stampa questo articolo

Il decreto Rilancio sta concludendo il suo iter di conversione in legge, ma le misure economiche di sostegno alle imprese della filiera del turismo organizzato sono insufficienti. «Nei quattro mesi trascorsi dall’inizio della crisi – spiega Gabriele Milani, direttore nazionale di Fto – abbiamo investito tempo e risorse per far sentire la nostra voce ma non è bastato».

Le agenzie di viaggi e i tour operator, afferma Milani, «hanno ottenuto un contributo a fondo perduto sulla perdita di fatturato di aprile alla stregua di tutti gli altri settori economici. E il fondo ad hoc è rimasto a 25 milioni. Inoltre, tra pochi giorni molte aziende termineranno le settimane coperte dagli ammortizzatori sociali e ad oggi abbiamo solo promesse su un possibile prolungamento».

Nonostante tutto, però, ci sarebbe un’ultima spiaggia: «si parla di un nuovo decreto ad hoc per i settori in crisi, ma bisogna affrettare i tempi per evitare un danno irreparabile, con la chiusura di migliaia di imprese e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro», continua il direttore nazionale dell’associazione guidata da Luca Patanè.

Sempre caldo il tema voucher, su cui sarebbe stato inserito un emendamento al decreto Rilancio che – a scadenza dello strumento, quindi dopo i 18 mesi – prevederebbe l’obbligo di rimborso in denaro ai viaggiatori, con l’idea fondo di garanzia per agevolare gli operatori nell’erogazione delle somme attualmente tramontata: «mi auguro che con queste ultime modifiche si trovi un punto d’incontro definitivo con la Commissione europea. I voucher sono stati mal digeriti da operatori e clienti e questa incertezza continua a creare danni nella relazione con i viaggiatori», spiega Milani, che aggiunge: «a fine febbraio, all’inizio della crisi, avevamo chiesto misure di sostegno economiche e finanziarie ma sono stati introdotti i voucher con il cura Italia. La norma, che ha subito alcune correzioni nel corso dell’iter di approvazione, non è stata scritta in modo semplice e lineare, lasciando dubbi e interpretazioni. Non è stata corretta l’estensione alle compagnie aeree che risultano comunque aiutate dagli Stati».

Quanto alla ripresa operativa delle agenzie di viaggi, «per ora il rilancio non c’è – commenta Gabriele Milani – Qualche agenzia è stata pronta a cogliere le poche opportunità sul mare Italia e le prenotazioni per fine anno ma ci sono ancora troppe incertezze. Sul fronte estero le ultime decisioni del ministro Speranza ci hanno ulteriormente danneggiato, sono inutili e come al solito non tengono conto dei tempi di programmazione della filiera turistica che ha dovuto ancora una volta rivedere la propria offerta. Se l’Unione decide di riaprire a 15 Paesi extra-Ue sulla base del tasso dei nuovi contagi, dei trend e dell’affidabilità del sistema sanitario le misure restrittive dell’Italia che prevedono la quarantena non hanno senso. È in questi momenti che sentiamo la mancanza di un coordinamento trasversale, di un ministero del Turismo che tuteli il nostro settore e sia coerente nel riconoscere il vero valore che in molti, a parole, gli attribuiscono».

Infine, «l’occasione persa» chiamata Bonus Vacanze: «la nostra richiesta di poterlo estendere ai pacchetti turistici anche in questo caso inspiegabilmente non è passata. Il processo di accettazione previsto dall’Agenzia delle Entrate non facilita la distribuzione tramite agenzie di viaggi. Credo che avremmo potuto giocare un ruolo importante nel guidare i cittadini aventi diritto al voucher a fare le prenotazioni. Sono sempre 2,4 miliardi allocati a sostegno della domanda che male non ci avrebbero fatto e sarebbero potuti essere fonte di nuovi contatti», conclude Milani, che riguardo al decreto semplificazioni, appena approvato dal Consiglio dei ministri, parla di un «un pensiero generale in tema di semplificazione: la filiera del turismo organizzato è troppo penalizzata da un’eccessiva onerosità amministrativa. È paradossale come anche in una situazione di pandemia non si riconosca la straordinarietà della situazione e si faccia appello a regole comunitarie che anche in condizioni normali sono difficilmente sostenibili per le aziende e non sono uniformi tra filiere turistiche. Anche la frammentazione regionale con una regolamentazione non uniforme sul turismo va velocemente rivista e ripensata».

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Giulia Di Camillo
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