Metaverso vs realtà: il viaggio di Roman Townsend

Metaverso vs realtà: il viaggio di Roman Townsend
22 Luglio 09:50 2022 Stampa questo articolo

Può il metaverso diventare a tutti gli effetti un concorrente per i fornitori di viaggio? Ad oggi, «ancora no», ci spiega Roman Townsend, managing director of travel technology pr consultancy di Belvera Partners che ha testato il suo primo tour nell’universo del web 3 e secondo cui la nuova realtà del virtuale ha ancora troppe barriere economiche (ma non solo) all’ingresso.

Attenzione, però, ciò non vuol dire che il metaverso non possa un giorno diventare imprescindibile per l’industria dei viaggi e il suo continuo progresso. Un esempio? Chi oggi può permettersi di non avere un sito web, figlio del web 1? Chi, invece, può non avere un account sui social media, figlio del web 2? Nessuno, stesso discorso dunque per i cambiamenti che stiamo vivendo oggi.

In primo luogo, aggiunge il manager raccontando brevemente la sua prima esperienza nel metaverso, per effettuare questo tipo di viaggio si ha bisogno di un kit costoso e non reperibile ovunque; inoltre è necessario essere in possesso di un account Facebook e poter accedere a Internet ad alta velocità. E ancora, «le cuffie piuttosto pesanti hanno iniziato a farmi male alla testa dopo mezz’ora, mentre alcune esperienze mi hanno fatto venire la nausea». 

«Un’altra barriera? Hai bisogno di criptovalute e di un portafoglio per pagare qualsiasi cosa nel metaverso – commenta Townsend – Si tratta di un’esperienza di realtà virtuale davvero fuori dal mondo, sei letteralmente trasportato su altri pianeti anche se ti senti fisicamente presente grazie alla grafica e ai supporti che utilizzi. Ma nulla che possiamo vedere va ad oggi oltre le applicazioni di gioco».

Si può dire che il metaverso è una moda passeggera? «Assolutamente no. Ma detto questo, nella nostra vita è improbabile che possa mai essere un’alternativa all’andare in vacanza o in viaggio d’affari. Certamente, invece, il metaverso può essere molto importante nell’ispirare un viaggio. Non ci vorrà molto prima che non essere presente in esso per una destinazione o un operatore di viaggio sarebbe come non avere un sito web già dieci anni fa», ha concluso l’esperto. 

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Giulia Di Camillo
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