Maavi, lettera a Garavaglia: “La quarantena paralizza le agenzie di viaggi”

Maavi, lettera a Garavaglia: “La quarantena paralizza le agenzie di viaggi”
31 Marzo 12:04 2021 Stampa questo articolo

L’ordinanza 31 marzo 2021 emessa dal ministro della Salute Roberto Speranza, che dà il via alle mini quarantene per viaggi e rientri dai Paesi Ue in Italia, ha lasciato l’ennesimo amaro in bocca per le agenzie di viaggi e i tour operator. Dopo la nota alla stampa, infatti, Maavi – nella persona del suo presidente Enrica Montanucci – ha inviato una lettera al ministro del Turismo Massimo Garavaglia che, integralmente, pubblichiamo di seguito.

Gentile ministro

è di queste ore l’ordinanza emessa dal ministro Speranza che, a differenza di ogni Paese europeo, ci mette ancora una volta in condizioni di difficoltà nel ripartire.
Nel nostro ultimo incontro via zoom mi era sembrato molto chiaro che ci fosse da parte sua una decisa volontà a far ripartire il settore quanto prima.

Come agenti di viaggi siamo assolutamente contrari a questa nuova restrizione. È una scelta errata in contrasto anche a quanto da ultimo dichiarato sia dal presidente del Consiglio Mario Draghi, sia da lei, circa l’incentivo a tornare a viaggiare.

Questo provvedimento mette in difficoltà la nostra categoria che iniziava a intravedere una luce in fondo al tunnel con un prodotto da vendere. Adesso coloro che avevano prenotato una vacanza o coloro che la stavano programmando, vengono nuovamente messi in difficoltà, obbligandoli ad avere cinque giorni di ferie supplementari al rientro.

Inoltre, questo tipo di ordinanza assolutamente estemporanea e a pochi giorni dalle date che include, mette ancora un volta in dubbio la serenità di prenotare vacanze anche fosse solo in Italia, ritardando ulteriormente la ripartenza almeno del mercato interno, con la ovvia conseguenza di vederci ancora economicamente immobili.

Per quanto possiamo comprendere la necessità di tutelare il Paese, chiediamo che vengano introdotte procedure di diverso tipo, quali il tampone al rientro, come viene già attuato in altri Paesi europei, e soprattutto chiediamo di stabilire una procedura che possa essere definitivamente attuata, senza indugiare ulteriormente in cambi continui di informazione e di regole che sono altamente destabilizzanti.

Chiediamo pertanto il suo supporto per interloquire con il ministero della Salute per poter cercare di rivedere questa posizione che non aiuta né gli operatori del settore turistico, né l’economia italiana, né gli italiani che volevano finalmente tornare a viaggiare.

Certi di trovare da parte sua la comprensione del caso, restiamo in attesa di un suo cenno.
Cordiali saluti

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