Lusso nel futuro di Veratour:
«Boutique hotel nei Caraibi d’élite»

29 Settembre 12:01 2017 Stampa questo articolo

«Mi piacerebbe si creasse la giusta opportunità con un boutique hotel nei Caraibi d’élite, quelli francesi e inglesi». È il sogno di Stefano Pompili, direttore generale di Veratour che, a margine della conferenza di presentazione del Veraclub Barone di Mare in Puglia, sottolinea anche l’aspirazione a voler intercettare nel proprio mercato di riferimento un target sempre più alto spendente, che a oggi al tour operator manca. Non a caso, Simone Cacciotti, operations manager, durante il suo intervento parla di una «strategia tesa a una forte riqualificazione alberghiera».

OBIETTIVO 250 MILIONI. Un’evoluzione costante dal 1990, quando Carlo Pompili – papà di Stefano, ma anche di Daniele, quest’ultimo general manager Divisione Villaggi – ha deciso di fondare l’azienda. Quello del 2017, infatti, risulta essere il 28esimo bilancio consecutivo chiuso in utile, a quota 200 milioni di fatturato. Considerando tra le tante fattori non indifferenti: cash flow altissimo e debiti zero (la dirigenza garantisce). «Prevediamo una crescita media tra il 7% e il 10% annuo. In sequenza, nel 2018 tenteremo di arrivare a fatturare almeno 210 milioni di euro, che dovrebbero diventare 230 nel 2019 e 250 nel 2020. Continueremo a percorrere questa strada facendo leva su azioni come il potenziamento della nostra offerta, il riposizionamento nel trasporto aereo o siglando sinergie con le principali compagnie aeree», prosegue il direttore generale.

TRA INSTAGRAM E PALLONE. Numeri fatti investendo anche in comunicazione: si aggira attorno ai 2 milioni la somma spesa per far circolare il brand su vari canali. «Le agenzie di viaggi saranno sempre al centro, con il nostro invito ai clienti a rivolgersi alla loro competenza mista a professionalità. Sono senza dubbio le nostre insostituibili partner di successo, basti pensare alle 800 Verastore. È vero, le Olta rappresentano un competitor importante, ma noi dobbiamo raggiungere un tipo di clientela che cerca quello che offriamo noi, e quindi assistenza completa nell’esperienza di acquisto del prodotto», commenta Massimo Broccoli, direttore commerciale. Notevole la presenza sui social network, tra Facebook, Twitter, You Tube o Instagram (la novità del 2017) con l’account @Veartour_Spa che tra non molto si appresta a superare i 4mila follower. E da buoni e veri italiani, anche un po’ di calcio: «Siamo entusiasti della sponsorizzazione di maglia per l’Atalanta, un club adatto e appetibile secondo la nostra visione. Ci siamo inseriti nella zona di Bergamo perché a nord è presente il 72% del nostro market share in Italia, e c’è un tasso di repeater elevatissimo», aggiunge Pompili.

ITALIA, ANCORA ITALIA. Veratour conferma inoltre che lo scouting di prodotto parte dall’Italia. Per i prossimi tre anni, spazio a nuove strutture, con due sostanziali certezze: ancora Puglia e Sardegna. Al momento, nessun secondo villaggio in Calabria, nonostante il Veraclub Scoglio della Galea, a Capo Vaticano, stia regalando enormi soddisfazioni al tour operator romano. E se in sala, al Barone di Mare, chiedono del ritorno del Ventaglio, il dg di Veratour risponde così: «Abbiamo preso quote di mercato sui nostri concorrenti. In ogni caso ci auguriamo si possa rilanciare. Ci ha insegnato tanto».

FEDELTA’ ALLA LINEA. Fiducia rinnovata infine per Alitalia, con destinazioni come Lamezia, Brindisi e Cagliari ben servite. Ma questi, però, sono anche i giorni del caos Ryanair: «Non abbiamo mai lavorato con loro, ma nell’organizzazione di questo fam trip parallelo al vostro press tour – spiega Pompili ai giornalisti – una parte degli ospiti doveva partire da Bergamo. Avevamo prenotato i posti 4 mesi fa, e ci hanno avvisato della cancellazioni di questi voli solo una settimana prima. C’è stato concesso il rimborso, non la riprotezione, e tra transfer e voli ho speso una cifra altissima. Ho pagato addirittura tratte a 300 euro, cifre folli».

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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