L’onda anomala dei Millennial arabi

18 Aprile 07:00 2018 Stampa questo articolo

Saranno in tutto 8,5 milioni i residenti nei Paesi del Gcc – Gulf Cooperation Council (Bahrein, Oman, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti) che viaggeranno in Europa per turismo nei prossimi tre anni. Un numero in costante crescita, addirittura del +36% rispetto al 2015-17, secondo quanto indica Colliers International insieme all’Arabian Travel Market, al via a Dubai il 22 aprile, di cui L’Agenzia di Viaggi Magazine è per la prima volta media partner.

Tra i turisti più attivi, i cittadini di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, pronti ad approfittare dell’abbondanza di voli diretti dai loro Paesi d’origine verso tutte le principali destinazioni mondiali. Ad attrarli, ovviamente, non sono solo arte, cultura a storia del vecchio continente, ma anche se non soprattutto lo shopping e il lusso in tutte le sue forme, a cominciare dall’ospitalità. «Insieme, i viaggiatori provenienti dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Arabia Saudita saranno il 93%, con Germania, Italia, Regno Unito, Austria e Svizzera in cima alle preferenze», riferisce Simon Press, direttore della fiera di Dubai, che aggiunge: «Nel Regno Unito, l’annuncio della Brexit ha indebolito la sterlina, fornendo un ulteriore incentivo per i turisti del Golfo, mentre in Svizzera gli arrivi dai Paesi arabi dipendono sempre di più dall’interesse per il turismo medicale, aiutato dalla politica di rilascio dei visti più agile».

A livello mondiale, poi, le cifre parlano da sole: 150 milioni di turisti entro il 2020 per 94 miliardi di dollari spesi (in aumento rispetto ai 64 miliardi del 2015) tra acquisti, sistemazioni alberghiere e voli, ovviamente tutti di lusso. Come nel caso dei biglietti aerei, per acquistare i quali, secondo un studio di Credit Suisse, gli abitanti dei Paesi Gcc sono in grado di spendere fino al 260% in più rispetto agli altri viaggiatori, soprattutto se si tratta di business class.

Tempo pochi anni, poi, e irromperà quello che è gia stato definito il più importante target di consumatori al mondo: i Millennial arabi, destinati a essere nel prossimo futuro circa il 60% degli 1,8 miliardi di seguaci di Maometto in giro per il mondo.

E l’Italia? In questo panorama, lo Stivale è già ben posizionato. Le mete preferite sono Roma, i laghi, la Costiera amalfitana e Milano, vero e proprio Eldorado per moda, gioielli e lifestyle. E se gli arabi viaggiano principalmente per piacere, per sfuggire alle temperature torride dell’estate e durante le vacanze scolastiche dei figli, spostandosi con famiglia e possibilmente servitù, è imporante che trovino ad attenderli una serie di must-to-have: dal cibo halal ai luoghi di preghiera, dai minibar senza alcol ai tappetini già posizionati in direzione della Mecca, oltre al personale in grado di rispondere alle richieste legate alla dottrina islamica, come quella di servire la colazione prima dell’alba nel periodo del Ramadan. E quando si va a fare shopping, meglio conservare la privacy, visto che i gruppi possono arrivare a superare le 15 persone.

Risultato: da Milano a Firenze sono già molti gli alberghi convertiti al turismo Muslim style che stanno allestendo servizi ad hoc; mentre a Roma 25 operatori tra centri estetici, parrucchieri, barbieri e truccatori, trainer, negozi di lusso, profumerie, gioiellerie, personal shopper, autisti, body guard, guide turistiche, ristoranti, hotel, sono tornati sui banchi di scuola per seguire Italia Bayti (bayti, dall’arabo: a casa mia), corso di formazione promosso da Cna-Confartigianato.

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Giorgio Maggi
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