“Lockdown di fatto”: l’analisi Confesercenti-Ipsos

by Roberta Moncada | 13 Gennaio 2022 11:44

Nell’ultimo mese, il 32% degli italiani – uno su tre – ha rinunciato a fare un viaggio o ha disdetto una vacanza già prenotata.

A dirlo è Confesercenti, che in un recente sondaggio stilato con Ipsos ha evidenziato come il riacutizzarsi dei contagi da Omicron abbia cambiato radicalmente le prospettive per commercio, turismo e pubblici esercizi, rendendo ancora più urgenti – considerato quello che può essere definito un “lockdown di fatto“- sostegni alle imprese a partire da lavoro e dl Liquidità.

La graduale ripresa che si era avviata con l’autunno, ha quindi lasciato il passo, con l’arrivo dell’inverno, a una netta inversione di tendenza in negativo. E a soffrire della nuova situazione – evidenzia Confesercenti – sono tutti i comparti del turismo, agenzie di viaggi in primis, ferme ormai da quasi due anni, ma anche trasporti, guide e accompagnatori.

Torna in crisi, nelle ultime settimane, anche il comparto ricettivo, in particolare nelle città d’arte: a Roma è rimasto chiuso, per assenza di turisti, un albergo su tre. E anche chi è aperto, ha tassi di occupazione delle camere inferiori al 30%.

Fa persino peggio Bologna, con un tasso di occupazione medio al 25%, e una perdita di fatturato tra il 70 e l’80%, che potrebbe ulteriormente aumentare a causa delle continue cancellazioni di congressi e meeting. A queste problematiche, condivise da molte altre mete turistiche, si aggiunge l’aumento dei costi, soprattutto legati all’energia.

Paura e incertezza frenano anche la spesa delle famiglie, cambiando le loro modalità di spesa: il 51% dei consumatori dichiara di evitare di servirsi di bar o ristoranti, o comunque di aver ridotto la frequentazione di pubblici esercizi e locali. Un altro 32% ha evitato o ridotto gli acquisti nei negozi per timore degli assembramenti. Lo conferma anche l’andamento dei saldi di fine stagione appena partiti: le vendite hanno rallentato fino quasi allo stop, e calcoliamo che già circa un milione di clienti abbia rinunciato a fare shopping per paura dei contagi. E anche chi lo fa, adotta comportamenti più prudenti: il 25% non entra nei negozi se vede troppe persone, e preferisce fare la fila fuori dai punti vendita.

I pubblici esercizi, risentono molto anche del sempre più frequente smart working: ammonterebbe ad 850 milioni di euro la perdita dovuta ai minori consumi nei centri città e nei quartieri di uffici. I dati mostrano infatti che il 48% dei dipendenti del settore privato (circa 5,5 milioni di lavoratori) è già in smartworking o prevede di tornarci a breve.

“Il quadro previsionale che era stato previsto con la legge di Bilancio si è radicalmente modificato: l’aumento dei contagi ha creato un clima di sfiducia che sta frenando i consumi delle famiglie – commenta in un comunicato Confesercenti – Un problema soprattutto per le piccole e piccolissime imprese italiane del turismo, della ristorazione, del commercio e dei servizi. Così si rischia di mettere la parola fine alla ripresa: in questo quadro non basta “non escludere” l’ipotesi di nuovi sostegni, bisogna intervenire al più presto, con misure adeguate a tutelare l’attività e il lavoro delle imprese colpite, a partire dalla proroga degli ammortizzatori sociali Covid e dell’esenzione del pagamento del canone unico per le attività commerciali almeno fino al 30 giugno 2022. Ma occorre dare continuità anche alle misure per il credito previste dal dl Liquidità, che ha messo a disposizione delle imprese circa 169 miliardi di euro di finanziamenti. Il Consiglio dei ministri agisca subito, il clima di incertezza richiede interventi congrui e urgenti».

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